Aumenti prezzi del gas: sono 18 volte più alti rispetto al 2020. Dopo la pandemia e l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, l’energia costa sempre di più. In Europa si teme che il Cremlino chiuda i rubinetti: “In Italia si rischierebbe la recessione”.
Aumento prezzi, il gas 18 volte più costoso rispetto al 2020
Gli aumenti dei prezzi dell’energia continuano a preoccupare l’Europa. Nel 2020, prima della pandemia da coronavirus, il prezzo del gas sul Mercato di Amsterdam era pari a 10 euro per megawattora. Secondo il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il prezzo era già arrivato a 30 euro. Questo 7 luglio, il prezzo del gas ha toccato il picco di 183 euro al megawattora, ben 18 volte più costoso rispetto al 2020, prima di stabilizzarsi sui 169,25 a fine settimana. Uno dei motivi principali di questi rialzi vertiginosi è la guerra tra la Russia e l’Ucraina, e la conseguente riduzione delle forniture di gas. Prima della guerra, infatti oltre il 40% del gas importato in Europa proveniva da Mosca. La crisi in Ucraina non ha fatto che peggiorare una situazione già problematica a causa degli aumenti dei costi del metano già causati dai maggiori consumi energetici durante il lockdown.
Guerra economica Russia-UE: rischio recessione in caso di stop al gas
Le principali istituzioni europee per ora escludono una possibile recessione, ma sono in molti a temere una guerra economica tra Russia ed Unione Europea. Nel caso in cui il Cremlino decidesse di bloccare completamente le forniture di metano all’Europa, molti paesi potrebbero affrontare serie conseguenze. È sempre Ignazio Visco a dare l’allarme per quanto riguarda l’Italia. Secondo il governatore della BCI, in caso di stop ai rifornimenti ci sarebbe un serio rischio di recessione. In particolare, il PIL subirebbe “una contrazione nella media del biennio 2022-23 per poi tornare a salire nel 2024”.