Rischia di finire in tribunale lo scontro tra l’infettivologo Matteo Bassetti e il senatore ex M5s Gianluigi Paragone. I due si sono pizzicati a Non è l’Arena su La7. A un giorno del litigio in studio i diretti interessati sono tornati sulla vicenda. Ecco cosa è successo.
Bassetti e Paragone: scontro aperto su La7
Al programma Non è l’Arena su La7 l’infettivologo Matteo Bassetti e il senatore ex M5s Gianluigi Paragone si sono scontrati durante il collegamento in studio. “Lei è un figlio di papà – ha detto Paragone al medico del san Matteo di Genova – è vero o no che suo padre lavorava nel suo stesso ospedale a Genova e che l’ha piazzato lì?“.
Davanti alle gravissime accuse, Matteo Bassetti ha risposto: “Sono orgoglioso di mio padre, che tra l’altro è morto 17 anni, e io la mia carriera me la sono fatta e sudata come chiunque altro“. E lo scontro è proseguito fino alla pubblicità, dopo la quale il medico non c’era più. “Sta vivendo un periodo complicato – ha spiegato il conduttore Massimo Giletti – ha ricevuto minacce“.
Rischio querela per Gianluigi Paragone
Matteo Bassetti avrebbe intenzione di querelare Gianluigi Paragone per le affermazioni fatte a proposito della carriera. “Io sono orgogliosamente figlio di mio padre e il mio amore per le malattie infettive nasce anche da quanto ho respirato e appreso in famiglia attraverso una vera e propria trasmissione culturale“. Così il primario del reparto di malattie infettive è tornato a parlare dello scontro su Facebook.
“Sono sicuro che per la maggioranza degli italiani questa non è una colpa. Per il mondo del ‘signor’ Paragone invece sì. Certo che è facile insultarmi e poi nascondersi dietro l’immunità parlamentare. Senza immunità lo aspetto in tribunale. Povera Italia“.
Il commento di Matteo Bassetti
“Ieri sera a ‘Non è l’Arena’ ho assistito ad uno dei punti più bassi toccati fin qui in Italia nella disinformazione sul Covid e i vaccini – ha ricordato Bassetti -. Non mi stupisco che a toccare il punto più basso sia stato il signor Paragone, che con violenza, ignoranza della materia scientifica, arroganza e presunzione tratta, purtroppo da molti mesi, un tema così delicato per tutti noi.
Non essendo in grado di replicare sui concetti scientifici e medici da me espressi ha fatto l’unica cosa che sa fare: usare violenza con le parole accusandomi di essere ‘figlio di papà’, raccomandato e che avrei fatto carriera solo grazie a mio padre. Anche su questo Paragone denota, come su tutti i temi che tratta, di avere solo conoscenze superficiali, con un approccio populista e qualunquista“.
“Purtroppo per me, per la mia famiglia e per le malattie infettive italiane mio padre Dante è morto 16 anni fa all’età di 65 anni – ha continuato l’infettivologo -. Ho fatto tutta la trafila della mia carriera, prima ospedaliera e poi universitaria, dopo la sua morte, vincendo regolari concorsi pubblici e senza gli aiuti di nessuno, se non quello del mio amore e della mia passione per le malattie infettive. Ho sempre creduto nella meritocrazia e credo che il mio percorso curriculare, che mi ha portato a 51 anni a uno degli indici più alti in Italia in quanto a quantità e qualità della produzione scientifica nell’ambito delle infezioni, lo attesti“.