Le opportunità sono sempre dietro l’angolo. Ne sa qualcosa Roberto De Zerbi che, con il suo Brighton, sta vivendo un vero e proprio sogno. Un’opportunità inaspettata, visto che il tecnico italiano era “fermo” in Ucraina.
La Premier League si è invece dimostrata un’ottima tappa per lui
Brighton, le parole di De Zerbi
Un’occasione colta al volo, quasi senza pensarci. Così si potrebbe definire il passaggio del mister classe ’79, il quale ha salutato lo Shakhtar Donetsk per accasarsi al Brighton. Dopo la difficile situazione causato dalla guerra, De Zerbi aveva bisogno di rinascere.
A parlarne lui stesso, attraverso una lunga e piacevole intervista rilasciata a Il Messaggero:
“L’idea iniziale fu quella di stare fermo e aspettare, nella speranza che il conflitto finisse e il calcio in Ucraina potesse ripartire. Ad aprile arrivarono alcune proposte, ma ero scarico. In estate avvertii la voglia di ricominciare. È maturata questa opportunità al Brighton e l’ho presa al volo. La squadra mi piaceva, anche se concettualmente lontana dalle mie idee”.
Senza dubbio, l’allenatore italiano non stava vivendo un buon periodo e questo lo aveva portato quasi a spegnersi. Ma la luce in fondo al tunnel gli ha permesso di cambiare aria e rimettersi in gioco.
Per farlo, in estate, ha accettato la proposta del Brighton, volando in Premier League. Una grande occasione che gli ha ridato grinta e fiducia:
“Ho trovato un ottimo impianto di gioco perché Potter è stato bravo. Ho cercato piano piano di sviluppare il mio calcio e la cosa sta funzionando, grazie alla disponibilità del gruppo. Il nucleo storico, composto da Dunk, Lallana, Welbeck, Gross e March, è fondamentale. Considerando Dunk, il capitano, tra i cinque migliori difensori centrali d’Europa. Poi ci sono i talenti, come Caicedo, MacAllister, Mitoma e Ferguson. In porta ho dato fiducia a Steele”.
I numeri per ora danno ragione al tecnico che, dopo 25 partite, conta 13 vittorie, 5 pareggi e 7 sconfitte. Settimo posto in classifica a soli cinque punti dalla zona Europa, con una gara da recuperare. Chissà se anche il tecnico bresciano lascerà il segno nel campionato inglese, come tanti altri allenatori italiani prima di lui.
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