Il mondo del calcio non è soltanto risultati, classifica e gol. Ma c’è anche tanto altro dietro, come le esperienze e i sogni nel cassetto. Ospite della Bobo Tv, su Twitch, Gigi Buffon ha raccontato diversi aspetti della sua carriera.
Il portiere classe ’78 stupisce ancora e, con la maglia del Parma, sogna la promozione in Serie A.
La Bobo Tv racconta Gigi Buffon
Dall’esordio in massima serie con la maglia del Parma contro il Milan alle annate favolose con la Juventus, senza dimenticare l’incubo Serie B e il trionfo con l’Italia ai Mondiali del 2006. Servirebbero tante parole per descrivere la carriera di Gigi Buffon che, all’età di 45 anni, è ancora lì, con i guantoni a difendere i pali.
Un autentico Highlander che, attraverso una chiacchierata su Twitch in occasione della Bobo Tv, ha toccato varie tematiche. Si è soffermato sull’ottimo percorso del Napoli, ormai imprendibile:
“Dagli anni di Roma, Spalletti ha fatto vedere che aveva qualcosa di diverso. Poi, si dice che a un certo punto della stagione le sue squadre deragliano, ma io credo poco a queste voci. La verità, per quello che ho visto quest’anno, è che il Napoli rappresenta una vetrina unica per il calcio italiano. All’estero vedono una squadra che fa divertire, che gioca un calcio vero e secondo me fa paura. Champions? Secondo me è stato fortunato nel sorteggio, perché giocherà contro un’italiana. Dunque, tratterà la partita come se fosse una di campionato. Per me può arrivare in fondo e sarei felicissimo“.
Evidente la stima per Spalletti, anche il classe ’78 è rimasto colpito dal grande lavoro di tutti, con gli azzurri che potrebbero fare bene anche in Champions League.
Dopodiché ha parlato di un altro tecnico, che lui stesso ha avuto il piacere di avere, ovvero Massimiliano Allegri:
“Non è uno che pratica o allena il catenaccio, ma dà ampia libertà di interpretazione ai giocatori. Sono loro che capiscono come muoversi. Lui da quel punto di vista si affida tanto al giocatore. È un modo di vedere il calcio, non so giusto o sbagliato. Un Neymar di turno vorrebbe avere un allenatore così. Ora ci sono difficoltà, ma la Juve sta reagendo da Juve. Vedo compattezza e unione, al di là che possa piacere o no come gioco. La penalizzazione e il cambio della dirigenza hanno permesso ai ragazzi di fare gruppo per sfidare l’ingiustizia“.
Anche per lui la penalizzazione dei 15 punti è ingiusta e fin troppo severa, sebbene il gruppo abbia dimostrato di essere più forte delle avversità.
Tra le diverse tematiche trattate, Gigi Buffon ha voluto parlare del suo unico anno al PSG, che ha definito il più bello della sua vita:
“L’esperienza a Parigi è stata la più bella della mia vita. Devo dire che l’essere venuto via è stato probabilmente l’errore più grande della mia carriera. Ho dimostrato di essere un folle, ho detto non rimango. L’ho presa sul personale, ho rinunciato a 10 milioni. Loro mi dicono: ‘Gigi siamo felicissimi, ma non partirai titolare in Champions. Giocherà Areola’. Mi son fermato e mi son detto, non è giusto. Nello sport deve giocare chi merita. Son venuto qui per fare cosa? Tornerei a casa e non avrei rispetto di me stesso. Lo potrei fare alla Juventus. Alla fine feci così ma perché era la Juve, casa. Spinelli, l’allenatore dei portieri, mi diceva resta che le cose cambiano. Ma io parlavo di una questione di rispetto, tu non puoi venire da Buffon e dire a priori tu il prossimo anno non giochi. Mi dici, come quest’anno, se stai bene giochi. Tu non mi puoi dire a marzo il prossimo anno non giochi. Lo sport non è questo“.
Da un lato il pentimento e dall’altro l’amarezza, questo è ciò che traspare dalle parole di Buffon che non avrebbe voluto lasciare il PSG, ma non si sarebbe mai accontentato di fare il secondo.