I Campi Flegrei sono una vasta area di origine vulcanica che si trova a nord-ovest dalla città di Napoli. Qual è la loro origine? Si può prevedere un’eruzione?
Campi Flegrei: cosa sono
I Campi Flegrei sono una grande area di origine vulcanica da considerare attiva. Il nome infatti viene da Phlegraea Pedia, che significa campi ardenti in greco. La superficie del supervulcano ha un’estensione di circa 180-200 km2 e fa della grande caldera una tra le più pericolose al mondo. I cittadini di questa zona, soprattutto della città di Pozzuoli, convivono inoltre con il bradisismo.
Si tratta del “respiro vulcanico“, cioè un ciclo continuo di sollevamento e abbassamento del terreno causato dalla risalita di fluidi magmatici. Dall’alto i Campi Flegrei si presentano come una distesa di crateri di altezze più o meno uniformi. Si tratta di coni vulcanici in generale poco elevati, creati da singole attività eruttive di tipo esplosivo.
L’origine (in breve) del supervulcano
L’inizio dell’attività eruttiva nell’area dei Campi Flegrei risale a circa 40 mila anni fa. È così che si è formata la caldera odierna di 12 km di diametro: con l’insieme delle eruzioni. Da ricordare, in particolare modo, sono l’attività eruttiva dell’Ignimbrite Campana (36 mila anni fa) e quella del Tufo Giallo Napoletano (11 mila anni fa).
Nel primo caso si ebbe a che fare con un’esplosione di magnitudo 7.8 che devastò la Campania e parte del Sud Italia, con un impatto a livello globale, e che causò anche lo sprofondamento della caldera. Si trattò infatti dell’eruzione vulcanica più violenta dell’area mediterranea negli ultimi 200 mila anni. Resti della primordiale Ignimbrite Campana sono ancora rintracciabili nella collina dei Camaldoli, nel dorsale settentrionale di Monte di Cuma, ma anche sugli strapiombi di Monte di Procida.
Nell’eruzione del Tufo Giallo Napoletano, invece, si assistette al deposito di tufo sulla piana campana per un’area di oltre 10.000 chilometri quadrati. Si trattò anche in questo caso di una delle maggiori eruzioni della storia, che portò in superficie i resti di un immenso vulcano subacqueo di tufo giallo (diametro di circa 15 km). Il cratere residuo è formato dalla collina di Pollisipo, dalla collina dei Camaldoli, dalla dorsale settentrionale di Quarto, dai monti di Licola-S.Severino, dal dicco del monte di Cuma e da Monte di Procida.
Eruzione dei Campi Flegrei: quando e cosa succederebbe?
Secondo la Protezione Civile, una futura eruzione dei Campi Flegrei avrà un carattere esplosivo e prevederà il lancio di bombe e blocchi nelle aree limitrofe al vulcano, mentre ceneri e lapilli percorrerebbero lunghe distanze fino a raggiungere Napoli.
Non è possibile prevedere quando questa avverrà, ma l’area è sotto stretta sorveglianza. Il livello di allerta, infatti, è “giallo” nei Campi Flegrei. A differenza del livello “verde”, che corrisponde alla normale attività del vulcano.