Cos’è il candida auris: perché se ne parla e perché è considerato una minaccia. Noto come il “fungo killer” si tratta di un patogeno molto contagioso e pericoloso. La prima vittima in Italia è un uomo di 70 anni, contagiato in Kenya. Bassetti rassicura: “È una minaccia seria, ma niente allarmismi“.
Cos’è il candida auris, il “fungo killer”: perché è considerato una minaccia?
L’Italia è in allarme a causa della prima morte causata nel nostro paese dal candida auris, il cosiddetto “fungo killer”. La prima vittima è a Venezia, un uomo di 70 anni infettato dal patogeno durante un viaggio di lavoro in Kenya. Che cos’è esattamente questo patogeno e perché è considerato una minaccia? Scoperto per la prima volta in Giappone poco più di 10 anni fa, il candida auris è noto ai più come il “fungo killer“. Si tratta di un fungo particolarmente pericoloso per l’uomo che determina diverse forme di candidosi.
È un patogeno caratterizzato da alta contagiosità, forte resistenza agli antimicotici e agli antibiotici comuni, oltre che da un elevato tasso di mortalità, superiore al 50%. Il CDC, il Centro del Controllo delle Malattie infettive, prende molto sul serio la sua pericolosità e lo considera “una seria minaccia per la salute globale“. Non è ancora nota l’origine del candida auris: una delle ipotesi più accreditate è che sia una conseguenza dell’abuso di terapie antibiotiche e antimicotiche, che avrebbero favorito l’evoluzione di un ceppo super-resistente.
Ne ha parlato anche il direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, intervistato da Metropolitano.it: “È un lievito che ha iniziato a dare problemi dapprima in Sudafrica ed è un fungo molto resistente agli antibiotici, motivo per il quale è difficile da trattare”.
Il virologo Bassetti: “È pericoloso, ma non è la pandemia del futuro. Niente allarmismi”
Nonostante la pericolosità del fungo non sia in discussione, Bassetti ha voluto rassicurare il pubblico circa la possibilità di una sua ampia discussione nel paese. Per l’infettivologo non c’è il rischio di una nuova pandemia: “Sicuramente questo fungo è una seria minaccia perché, essendo ad alta diffusibilità e resistente, provoca quadri clinici molto critici e anche mortalità. Ma dire che potrebbe essere la pandemia del futuro è allarmistico. Abbiamo protocolli molto rigidi e la trasmissibilità di questa infezione non è legata a una semplice condivisione di un asciugamano piuttosto che di un indumento. Un caso deve far giustamente accendere una lampadina e far attivare tutte le misure di controllo attivo previste ma non deve destare un’eccessiva preoccupazione. Una folata di vento non fa scuffiare“.