Antonino Cannavacciuolo sulla farina di grillo: “Nel menu? Assaggio tutto, non escludo niente. Se finora abbiamo mangiato i gamberi…”. Il noto chef stellato televisivo si dice aperto alle novità: “Mai dire mai. Se i grilli sono buoni”.
Cannavacciuolo, cosa ne pensa lo chef sulla farina di grillo: “Mai dire mai”
Dopo mesi di polemiche e discussioni in Italia sullo spauracchio della farina di grillo, anche il noto chef stellato Antonino Cannavacciuolo ha detto la sua sulla questione. Il via libera dell’Unione Europea alla commercializzazione della polvere proteica a base di insetti ha infatti causato una valanga di reazioni scomposte da parte di molti politici e ristoratori italiani. In un’intervista rilasciata a Il Messaggero il famoso cuoco e personaggio televisivo si è detto molto più aperto all’utilizzo di questo nuovo alimento rispetto ad altri suoi colleghi. “Se ho già fatto un giro di grilli? No, mai.” -risponde Cannavacciuolo- “Però se dovessero piacermi potrei anche cucinarli, non escludo mai niente. Sono curioso e almeno una volta assaggio di tutto. L’idea degli insetti ci fa schifo, lo so, ma se finora al posto dei gamberi avessimo mangiato grilli, non sarebbe la stessa cosa?“. Per questi motivi il cuoco partenopeo non è totalmente contrario all’idea di utilizzare i grilli in futuro nei suoi piatti: “Mai dire mai, se sono buoni”.
Cosa ne pensano gli italiani, i sondaggi: uno su dieci proverebbe i grilli, c’è ancora tanto disgusto
Nonostante l’apertura di Antonino Cannavacciuolo, la farina di grillo non è ancora molto popolare tra i cittadini italiani. Secondo i dati raccolti dall’EngageMinds HUB, solo un italiano su 10, al momento, pare disposto ad assaggiare un piatto a base di insetti. È in particolare nel Sud Italia che si trova una grande ostilità verso il prodotto. Per oltre il 50% degli intervistati si parla di un no categorico al suo consumo e alla sua commercializzazione. Le principali preoccupazioni riscontrate tra il pubblico, oltre ad un generale disgusto per la farina di grilli, sono dubbi sulla sicurezza alimentare e sul prezzo del prodotto, che ad oggi è venduto ancora a 70/80 euro al chilo.