Cari affitti a Roma, non si arrestano le polemiche con la vicenda che è arrivata anche in Parlamento. Intanto, una studentessa ha denunciato le condizioni difficile nel programma televisivo Controcorrente.
Cari affitti a Roma, la denuncia di una studentessa in tv
“Converrete che solo agendo sull’offerta di servizi abitativi, fisiologicamente anche i prezzi degli affitti diminuiranno. È il mercato che garantisce il welfare. Perché se nessuno investe su questo purtroppo il pubblico non è sufficiente per garantire 60mila posti letto da qui al 2026“. Lo ha detto il ministro per l’Università e la Ricerca, Anna Maria Bernini, durante il question time alla Camera. “In coerenza con questo principio – ha aggiunto – ribadisco ancora una volta che non abbiamo effettuato alcuna scelta in favore di operatori pubblici o privati. Il nostro obiettivo è raggiungere quanto previsto in modo efficiente, nei tempi previsti, dando una risposta realistica ai tanti studenti e alle famiglie che aspettano non demagogia ma un intervento serio, adeguato, rapido e risolutivo. La volontà del governo di mettere al centro il potenziamento dell’housing universitario è netta e forte. La sfida è ambiziosa – ha spiegato Bernini – ma noi l’abbiamo già accettata, a partire da quando siamo al governo anche in anticipo sui tempo. Sarà nostro impegno quotidiano vigilare, coordinare e mettere in campo tutte le misure necessarie per garantire ai nostri studenti servizi adeguati”.
Intanto, le telecamere di “Controcorrente” hanno ripreso la giornata tipo di una studentessa di Roma che quotidianamente fa la pendolare dal quartiere Acilia, dove risiede, all’Università Sapienza. La ragazza ha denunciato il caro affitti da una parti, anche 800 euro per una stanza al mese, e dall’altra le difficoltà nel prendere una stanza lontano dall’Università.
“5 ore al giorno da pendolare”
“Impiego mediamente cinque ore al giorno per andare e tornare dall’università che si trova nel mio comune”, racconta la studentessa. “Ho amici che abitano a Latina e ci mettono un’ora per arrivare in università”, racconta la ragazza durante il tragitto ostacolato spesso da ritardi, guasti e scioperi indetti all’ultimo minuto. “Partendo da casa alle 6 e 20 è un miracolo se riesco ad arrivare in aula alle 8 e 10, a lezione già iniziata”.
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