Carlo Cottarelli ha lasciato il Partito Democratico ed ha annunciato le sue dimissioni anche da parlamentare. Da una parte divergenze con il partito e con le scelte della nuova segretaria, dall’altra parte una nuova sfida all’orizzonte.
Carlo Cottarelli lascia il Pd
Carlo Cottarelli ha deciso di lasciare il Partito Democratico e dunque il suo ruolo da parlamentare per accettare una nuova sfida. L’Università Cattolica gli ha chiesto di dirigere un programma relativo a scienze sociali ed economiche rivolto agli studenti delle scuole superiori. “Questa cosa purtroppo non è compatibile con il Senato e ho deciso di rinunciare alla posizione di senatore. Mi dimetterò nel corso della prossima settimana”.
Dimissioni annunciate dall’economista e parlamentare
“È giusto che quel seggio torni al Pd fra l’altro la prima non eletta è una persona molto brava, Cristina Tajani, che insegna al Politecnico di Milano, ed è anche abbastanza vicina all’area di Elly Schlien. Poi è una donna, si migliora anche la parità di genere”.
“A me non sembra giusto cambiare partito”, ha proseguito Cottarelli. “Io sono stato eletto nel proporzionale, la gente non ha votato il mio nome ma il partito. Mi sono state fatte offerte di spostarmi in altri gruppi, non dico quali, ma è abbastanza intuitivo. Non sono di maggioranza né è il Movimento 5 Stelle”. Cottarelli cerca dunque di entrare nel merito della sua serena scelta: “Io stimo molto Schlein, sta facendo la cosa giusta nello spostare il Partito democratico più a sinistra, andando a rappresentare una parte sociale che forse adesso è poco rappresentata. La questione è la mia posizione: ci sono delle differenze che si sono create con il Pd, una di queste riguarda per esempio il ruolo che il merito deve avere nella società e nell’economia. Nel documento dei valori del Pd del 2008 il ruolo del merito era molto enfatizzato. Nei più recenti documenti, quello di gennaio e nella mozione di Schlein, è un po’ scomparso, addirittura si critica un po’ il criterio del merito”.
“Credo sia importante che ognuno faccia al meglio quello che può fare, credo di poter essere più utile al Paese nel mio ruolo di grillo parlante, di divulgatore“, ha affermato ancora l’economista. “Forse non è stato così in passato, ma c’è in questo momento storico un’estrema conflittualità fra minoranza e opposizione – ha spiegato l’economista parlando di ciò che l’ha deluso nella sua breve esperienza in Parlamento -: faccio qualche esempio, è prassi che le minoranze presentino degli emendamenti, io ho visto che sistematicamente sono rigettati. Tanto quanto, spesso le minoranze propongono emendamenti quasi solo per fare ostruzionismo. Mi aspettavo un atteggiamento meno conflittuale. Poi essere un uomo di parte dà meno credibilità alle cose che si dice”.