L’Unione Europea ha in progetto di mettere in atto diverse riforme per frenare l’emergenza climatica. L’obiettivo è quello di ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. E in particolare, i nuovi regolamenti dell’Ue prevedono la riqualificazione energetica degli edifici, con il divieto di vendita e affitto per le case che consumano troppo.
Ue: no a vendita e affitto per case che consumano troppo
I nuovi standard saranno proposti il 14 dicembre dalla Commissione UE nella revisione della direttiva sul Rendimento energetico dell’edilizia (Energy performance building directive: Epbd) che riguarderà sia gli edifici pubblici che quelli privati. La nuova certificazione Ue sarà più stringente e obbligatoria per gli edifici da costruire e da ristrutturare. Nel caso in cui le case non dovessero rispettare i nuovi standard ne sarà vietata la compravendita e l’affitto.
I nuovi standard delle case Ue
La bozza dei nuovi standard dell’UE in materia di riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati prevede come di seguito.
- dal 2027 gli edifici pubblici dovranno appartenere alla classe F, non più alla classe G, che è la peggiore; e dal 2030 dovranno salire in fascia E;
- gli edifici privati, case e appartamenti, dovranno invece rientrare nella classe F da gennaio 2030, e dal 2033 salire almeno fino alla classe E.
Inoltre, è prevista una modifica anche della certificazione dell’efficienza energetica degli edifici. Così come saranno più severi i livelli di certificazione.
- dal 31 dicembre 2025 il certificato dovrà seguire un modello prestabilito europeo, mentre i Paesi membri al momento hanno un ampio margine nel redigere il modello;
- sarà introdotto l’obbligo di rilascio del certificato per gli edifici e le case che vengono costruiti, venduti, ristrutturati o anche affittati.
Perciò tutti gli edifici con classe energetica G, la peggiore, saranno esclusi dal mercato. C’è però un’eccezione, prevista esclusivamente per gli edifici storici, dedicati al culto, ufficialmente protetti, o inferiori ai 50 metri quadrati.
La direttiva europea stanzia inoltre degli incentivi da impiegare per favorire la riqualificazione degli edifici, sia pubblici che privati. Si potranno utilizzare i fondi del Recovery Plan, il Social Climate Fund. E si potrà anche di richiedere prestiti e mutui per accelerare con la riqualificazione.
L’opinione degli Stati dell’Ue
La direttiva sulla riqualificazione energetica degli edifici potrà non essere vista con favore da tutti gli Stati membri dell’UE. I Paesi europei infatti dovranno destreggiarsi tra il sistema Ets (sistema per lo scambio delle quote di emissione di CO2), l’edilizia e i trasporti su strada.
Il rischio però è che i costi ricadano sulle famiglie e le imprese. Nondimeno, con l’avanzare della crisi climatica è necessario che gli Stati facciano qualcosa per ridurre le emissioni di CO2 e il consumo energetico.