Milano, tre militari condannati per catcalling: puniti per molestie verbali ad una ragazza di 19 anni. Si chiude il primo processo nel capoluogo lombardo per apprezzamenti non richiesti.
Catcalling, condannati tre militari a Milano: un mese di carcere con pena sospesa
Si è chiuso il 27 aprile 2023 il processo a tre giovani militari in servizio a Milano, imputati nel primo caso di catcalling per il tribunale del capoluogo lombardo. Il giudice monocratico Luigi Fuda li ha condannati ad un mese di carcere con pena sospesa e non menzione per le molestie verbali rivolte ad una ragazza di 19 anni. I fatti risalgono ad un pomeriggio di marzo del 2021, quando i tre imputati erano in libera uscita in un bar con alcuni amici.
Il gruppo prese di mira la vittima, una studentessa universitaria, con apprezzamenti, insulti e varie frasi sgradevoli. La ragazza aveva chiesto aiuto prima a suo fratello e poi a suo padre, che sono poi intervenuti per difenderla. Gli imputati, ai tempi, provarono a ridimensionare l’accaduto, affermando di averle fatto “semplici e innocui complimenti, una forma di gentilezza”.
Cosa si intende con “catcalling”, quando è reato in Italia?
Con il termine inglese “catcalling”, si intendono le cosiddette molestie di strada, ovvero quegli apprezzamenti, fischi, commenti volgari e altre affermazioni sgradevoli e non richieste rivolte ad un individuo, di solito una donna, in un luogo pubblico. In alcuni casi la situazione può degenerare portando anche a casi di stalking, aggressione o stupro. In Italia, sebbene non vi sia una norma incriminatrice apposita, il catcalling può essere inquadrato come molestia o disturbo alle persone, reato previsto dall’articolo 660 del codice penale.
Tale norma definisce questa fattispecie in modo chiaro: “Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 516”. Nei casi più gravi, può essere applicato anche l’articolo 612 Bis, ovvero quello che punisce gli atti persecutori, o stalking, puniti con ” la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi”.