Che cos’è la stagflazione e perché questo termine sta venendo fuori negli ultimi giorni. Non è una vicenda positiva in un periodo decisamente messo a dura prova sia dal Covid sia dalla guerra in Ucraina.
Che cos’è la stagflazione: significato e conseguenze
Il termine stagflazione è la crasi di due parole: stagnazione e inflazione. Questo termine viene utilizzato quando all’aumento generale dei prezzi si aggiunge una crescita minima o addirittura nulla dell’economia reale.
In stagflazione la crescita è bassa e i consumatori non riescono a sostenere le spese perché gli stipendi sono troppo bassi. Ad aggravare la situazione c’è l’aumento generale dei prezzi, che nella maggior parte dei casi è provocato da un rincaro sulle materie energetiche che poi a catena si ripercuote su tutti gli altri settori dell’economia. La prima conseguenza, oggi, sono i rincari sul carburante.
Gli indici della stagflazione sono il boom dei prezzi di materie prime come nickel (+94%), gas (+48%) e granoturco (+30%) affiancati ad un crollo dei consumi. Questo quadro economico potrebbe verificarsi in Italia, così come già è successo nella seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso.
Perché se ne parla?
Si parla di questo argomento in riferimento al conflitto in Ucraina. Tante sono le materie prime che arrivano al territorio martoriato dalla Russia e la difficoltà di arrivo di questi materiali stanno mettendo in difficoltà distributori, aziende e famiglie. Ad aggravare ancora di più, ci sarebbero anche le sanzioni economiche volute dalla NATO contro la Russia.
Nonostante tutto, l’Italia attualmente non è in stagflazione, anche perché la crescita è garantita dal Pnrr. Anche se i prezzi di alcuni prodotti, come il carburante e le fonti energetiche, stanno crescendo a dismisura giorno per giorno.