Giuliano Amato è un giurista ed ex premier italiano, in corsa per sostituire il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Attualmente è vicepresidente della Corte Costituzionale.
Chi è Giuliano Amato: gli incarichi politici
Giuliano Amato, 83 anni già compiuti, è nato il 13 maggio 1938 a Torino. Nella sua carriera politica ha ricoperto in più occasioni ruoli di grande prestigio motivo per cui è soprannominato da molti politici e giornalisti una “riserva della Repubblica italiana”. Politico di lungo corso appartenente alla Prima Repubblica, è stato presidente del consiglio dei ministri due volte (dal 1992 al 1993 e dal 2000 al 2001), due volte ministro dell’economia (negli anni 1987-1989 e 1999-2000) e in una occasione ministro per le riforme istituzionali (dal 1998-1999) e ministro degli interni (2006-2008). Dal 16 settembre 2020 ha intrapreso la carica di vicepresidente della Corte Costituzionale. È stato docente universitario di diritto costituzionale all’Università La Sapienza per oltre 20 anni.
La carriera nel partito Socialista Italiano
Giuliano Amato, per oltre 20 anni, è stato un esponente del Partito Socialista Italiano e per un breve periodo è stato un esponente politico anche dell’Ulivo promosso dall’ex premier Romano Prodi. Il 12 settembre 2013, per volontà del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stato nominato giudice costituzionale.
Il prelievo forzoso del 1992
Una delle azioni per le quali Giuliano Amato è politicamente ricordato è il cosiddetto prelievo forzoso. Nella notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992, infatti, operò con un decreto-legge un prelievo forzoso ed improvviso del 6 per mille su tutti i depositi bancari al fine di salvaguardare la lira.
Le polemiche sulla pensione d’oro
Giuliano Amato è stato più volte nell’occhio del ciclone per la questione “pensione d’oro” a seguito di un articolo pubblicato da Mario Giordano su Il Giornale nell’aprile del 2011 (anteprima del libro Sanguisughe del giornalista). Giuliano Amato, secondo quanto aveva riportato l’articolo, riceveva una pensione mensile pari a 31411 € lordi, affermazioni che hanno portato Amato ad una causa giudiziaria per danno d’immagine contro Giordano, Il Giornale e la Mondadori (in quanto editrice del libro). Alla fine Giordano ha patteggiato la revisione del capitolo del libro che riguardava Amato introducendo modifiche concordate.