Paolo Mieli è un giornalista politico e opinionista spesso ospite dei talk show politici. È spesso ospite di Enrico Mentana nelle sue maratone politiche.
Chi è Paolo Mieli
Paolo Mieli, nato a Milano il 25 febbraio 1949, è un giornalista, saggista e opinionista italiano che si occupa di politica e storia. Nato da una mamma cristiana e da un padre di religione ebraica, Mieli nasce come giornalista vicino al Pci. I genitori si separano da lui all’età di 7 anni e nel corso dei suoi studi si diploma al liceo classico. Si laurea poi in Lettere con una tesi in Storia moderna e contemporanea su Giuseppe Bottai e la sinistra fascista. I primi passi verso il giornalismo li farà fin da giovanissimo. Nel settembre 1967, grazie ad Eugenio Scalfari, è assunto all’Espresso La sua carriera giornalistica inizia a prendere quota a La Stampa dal 1990 al 1992 e, dal 1992, passerà poi ad essere direttore del Corriere della Sera (anni 1992-1997 e 2004-2009). Dal 2009 al 2016 è stato presidente di RCS Libri.
Televisione e radio
Paolo Mieli è un giornalista che ha collaborato alla redazione di diversi programmi televisivi come Correva l’anno (condotto da lui), La grande storia, Storia della seconda guerra mondiale, Storia della Repubblica, Passato e Presente nel 2020 prodotto da Rai Cultura. Tra il 2019 e il 2020 partecipa ogni lunedì, mercoledì e venerdì alla trasmissione radiofonica 24 mattino su Radio 24 assieme a Simone Spetia. È presente su Instagram, ma ha un profilo privato.
Moglie e figli
Paolo Mieli è sposato con Francesca Socrate con la quale ha avuto il figlio Lorenzo (1973), con Federica Alatri con la quale ha avuto Andrea (1979) e con la giornalista Barbara Parodi Delfino con la quale ha avuto Oleandra (1997).
Il caso Montanelli
Paolo Mieli è inserito nella cronaca in quello che nell’editoria è definito il “caso Montanelli”. Nel gennaio del 1994, infatti, Paolo Mieli propone a Indro Montanelli (in rotta con l’editore de il Giornale Silvio Berlusconi) di tornare al Corriere della Sera come direttore. Indro Montanelli, però, rifiutò e decise di fondare il quotidiano La Voce. L’anno successivo, però, tornerà al Corriere della Sera e sarà firma della rubrica “La Stanza”.