Patrick Zaki è un attivista egiziano per i diritti umani e studente in congedo all’Università di Bologna. Nel 2020, di ritorno a casa per una vacanza, viene sequestrato all’aeroporto del Cairo e portato in carcere. Ad oggi sono 19 mesi che l’attivista di Mansura è detenuto, ormai con l’unico capo di accusa di aver “diffuso notizie false” in un articolo scritto nel 2019.
Chi è Patrick Zaki, attivista e studente
Patrick Zaki è nato a Mansuara, in Egitto, il 19 giugno 1991, in una famiglia appartenente alla minoranza cristiano copta del Paese. È attivista per i diritti umani, con particolare interesse per gli studi di genere e delle donne. Svolge ricerca, infatti, per Egyptian Iniziative for Personal Right, una Ong egiziana, ed è studente in congedo all’Università di Bologna. Qui ha frequentato il Master Erasmus Mundus “Gemma” in Women’s and Gender Studies, e aveva intenzione di tornare al termine delle proprie vacanze in Egitto. Appena atterrato in aeroporto al Cairo, però, il giovane attivista è stato sequestrato e poi tratto in arresto.
Il sequestro al Cairo e la detenzione dello studente egiziano
Il 7 febbraio 2020 Patrick Zaki atterra nella capitale egiziana. L’intenzione del giovane attivista è quella di prendere una breve pausa dallo studio, per poi fare ritorno a Bologna. All’aeroporto del Cairo, però, Patrick Zaki scompare nel nulla. Le sue tracce si rianno il giorno successivo, quando viene ricevuto dalla Procura di Mansura: è in stato di fermo per cinque accuse che potrebbero costagli 25 anni detenzione. Si tratta di: minaccia alla sicurezza nazionale incitamento a manifestazione illegale, sovversione, diffusione di notizie false e propaganda per terrorismo.
Secondo quanto riferito dall’avvocato di Patrick Zaki, questi nel corso del sequestro viene picchiato, torturato, subisce l’elettroshock e minacce di violenze sessuali. Ma è solo l’inizio del calvario dello studente egiziano, che da allora (19 mesi) è in una pigione del Cairo. La legge egiziana fissa infatti a 24 mesi il tetto massimo di detenzione senza andare a giudizio: motivo per cui Patrick Zaki è rimasto in custodia cautelare tutto questo tempo, con continui rinvii.
L’udienza e l’accusa rimasta in piedi contro Patrick Zaki
Patrick Zacki è andato a processo per la prima volta il 14 settembre 2021, con aggiornamento fissato al 28 settembre. L’unica accusa rimasta in piedi è quella di “diffusione di notizie false“, punibile con un massimo di 5 anni di detenzione secondo la legge egiziana. Tale accusa sarebbe giustificata da un articolo firmato da Patrick Zaki nel 2019 sulle discriminazioni subìte dalla minoranza cristiano-copta in Egitto. Le altre accuse invece sono crollate per assenza di prove.
La sagoma di Patrick Zaki all’Università di Bologna per la sua laurea
Proprio il 16 settembre 2021 Patrick Zaki avrebbe ottenuto il diploma al master Gemma. La sua sagoma di cartone è così stata posizionata dai compagni su una sedia dietro al tavolo del rettorato per sottolineare “l’ingiusta assenza”. Alla consegna dei diplomi presenti il rettore dell’Alma Mater Francesco Ubertini e i docenti dell’attivista egiziano.
“Vogliamo sottolineare la dolorosa e ingiusta assenza di Zaki che avrebbe dovuto laurearsi proprio ora. Chiediamo tutti insieme che Patrick venga assolto da ingiuste accuse e che venga finalmente rilasciato: ha bisogno di tornare qui da noi in ateneo come un uomo libero. Patrick non resta e non deve restare solo. Lo studio e il lavoro intellettuale sono una forza che non può essere ostacolata da nessun Paese, in nessun momento storico“.