Chi è Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin? Il politico e diplomatico russo 54enne è la voce del leader della Federazione Russa da oltre vent’anni. Analizziamo la carriera e la vita privata dell’ombra del Presidente russo. Da sua moglie e sua figlia, al suo patrimonio e alle sue dichiarazioni.
Chi è Dmitry Peskov, portavoce di Putin: vita e carriera
Nato a Mosca il 17 ottobre 1967, Dmitry Peskov ha una lunga carriera diplomatica e politica alle spalle ed è noto come il portavoce ufficiale di Vladimir Putin. È figlio di un importante ambasciatore sovietico, capo della missione russa in Pakistan. L’influenza del padre lo porta ad interessarsi alle culture estere. Nel 1989 si laurea all’Università Statale di Mosca, specializzandosi in storia e studi orientali all’Istituto dei paesi asiatici e africani. Muove i suoi primi passi della sua carriera diplomatica e politica lavorando nel Ministero degli Esteri russo, per poi unirsi all’ambasciata sovietica di Ankara, in Turchia, come assistente amministrativo. Scala i ranghi fino a diventare terzo segretario all’ambasciata, poi dopo un breve ritorno al Ministero degli Esteri a Mosca, diventa primo segretario nel 1996.
Nel 2000 Peskov torna in Russia per lavorare nell’ufficio stampa del Presidente russo. Vladimir Putin lo nomina capo dell’Ufficio per gli affari pubblici. Dall’aprile di quell’anno, Peskov diventa il portavoce ufficiale del leader del Cremlino. Nel 2008, sotto la presidenza di Dmitry Medvedev, Peskov ricopre il ruolo di segretario stampa del primo ministro Viktor Zubkov. Con il ritorno di Putin nel 2012, ritorna a lavorare come suo portavoce, sostituendo Natalya Timakova.
Le controversie legate a Peskov: le dichiarazioni nel 2011-13 e i contatti con Trump
Negli ultimi anni Dmitry Peskov è stato protagonista di molte controversie causate dalle sue dichiarazioni e dai suoi contatti con leader occidentali. Fecero particolarmente scalpore le sue affermazioni durante le proteste in Russia dal 2011 al 2013, anche note come la Rivoluzione bianca, che denunciavano la possibilità di brogli elettorali che avrebbero portato al ritorno di Vladimir Putin. In quell’occasione, il portavoce dichiarò: “Il fegato dei manifestanti dovrebbe essere spalmato sull’asfalto per ciascuno ferito tra gli agenti antisommossa”.
Nel 2016 si alzò un altro polverone attorno a Peskov, causato dai suoi contatti con Donald Trump. Michael Cohen, avvocato personale dell’allora candidato a Presidente degli Stati Uniti, inviò una mail al portavoce di Putin, chiedendo aiuto per un “affare” non meglio specificato a Mosca. Il Washington Post definì questo contatto “la più diretta sensibilizzazione documentata da un importante collaboratore di Trump a un membro altrettanto anziano del governo di Putin”. Cohen inizialmente smentì ogni accusa, poi ammise tutto durante la sua testimonianza al Congresso degli Stati Uniti.
La vita privata: moglie, figlia, patrimonio
Nel 2015 Dmitry Peskov ha sposato Tatiana Navka, ex campionessa olimpica russa di danza sul ghiaccio e terza moglie per il politico. La coppia ha avuto insieme una figlia, la seconda per Peskov, padre della 24enne Elizaveta Peskova. La giovane è un’imprenditrice in ascesa con un seguito di 250mila follower su Instagram che negli ultimi mesi si è lamentata a causa delle sanzioni che le impediscono di viaggiare: “Per me, è ingiusto e infondato. Sono rimasta davvero sorpresa perché è strano introdurre sanzioni su qualcuno che ha 24 anni e non ha nulla a che fare con la situazione”.
Peskov è stato al centro di parecchie polemiche riguardo il suo effettivo patrimonio. In alcune occasioni, il portavoce di Putin ha mostrato uno sfarzo che combacia ben poco con il suo reddito da dipendente statale dichiarato ufficialmente, ed è stato per questo accusato di corruzione.
Durante il suo matrimonio nel 2015, Peskov è stato fotografato con indosso un orologio esclusivo Richard Mille, dal valore di circa 670mila dollari. Il politico si è difeso dalle polemiche generate dalla foto dichiarando l’orologio un regalo di sua moglie. Pur non presentando prove dirette, il politico e attivista Aleksey Navalny mosse ulteriori accuse a carico di Peskov. Secondo Navalny, il 17 agosto 2015 il portavoce di Putin si era goduto una vacanza in Sardegna a bordo del Maltese Falcon, uno yacht da 350mila euro a settimana.
Le dichiarazioni di Peskov: “Dichiarazione di guerra il 9 maggio? Sciocchezze”
Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, Dmitry Peskov ha sempre difeso pubblicamente le azioni delle forze armate russe. Secondo l’agenzia di stampa russa Tass, il politico ha smentito l’indiscrezione che vedrebbe la Russia pronta a dichiarare ufficialmente guerra all’Ucraina il 9 maggio, anniversario della vittoria dei sovietici sui nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. “Il 9 maggio Putin non dichiarerà nessuna guerra” -ha affermato Peskov- “Né al mondo né a Kiev. È falso, non ha alcun senso”.
Il portavoce del Cremlino ha poi negato eventuali accordi per un incontro tra Papa Francesco e Putin e spiegato che i negoziati di pace vanno a rilento: “Non vediamo alcun progresso nei colloqui con l’Ucraina”. Peskov ha infine negato che le forze russe abbiano lanciato un assalto finale all’acciaieria Azovstal: “Il comandante in capo Putin ha dato l’ordine di annullare qualsiasi assalto il 21 aprile. Quindi al momento non c’è nessun assalto”. Secondo il portavoce gli unici interventi dei soldati russi avrebbero lo scopo di “fermare rapidamente i tentativi dei combattenti ucraini di raggiungere delle postazioni di tiro”.