Chi è Vito Petrocelli: può essere già considerato ex del Movimento 5 Stelle. Dopo le polemiche sulle armi inviate in Ucraina, il suo ultimo post su Twitter ha visto l’intervento anche di Giuseppe Conte.
Chi è Vito Petrocelli
Vito Petrocelli è nato l’8 febbraio 1964 a Taranto in Basilicata. Vive a Matera ed è sposato con due figli. È geologo, eletto la prima volta nella circoscrizione Basilicata nel 2013. È stato membro e segretario della Commissione Industria e segretario del gruppo M5s al Senato. È stato anche capogruppo del M5s.
Da segnalare che è stato il primo caso di capogruppo espulso da un’aula parlamentare ad opera di Pietro Grasso, durante le contestazioni al Jobs Act. È stato rieletto nel 2018 e nominato Presidente della III Commissione permanente Affari Esteri e emigrazione.
Espulso dal M5S per il post sul 25 aprile
Il suo ultimo post su Twitter ha fatto discutere e non poco. Le conseguenze sono state quasi inevitabili. “Vito Petrocelli è fuori dal Movimento 5 Stelle. Stiamo completando la procedura di espulsione. Il suo ultimo tweet è semplicemente vergognoso. Il #25aprile è una ricorrenza seria. Certe provocazioni sono inqualificabili“. Lo ha annunciato su Twitter il presidente del M5s, Giuseppe Conte, pubblicando lo screenshot di una frase del senatore Petrocelli, presidente della Commissione Affari Esteri, pubblicata il 24 aprile: “Per domani buona festa della LiberaZione….”, con la Z di Putin in evidenza, simbolo usato dai russi per inneggiare all’invasione dell’Ucraina.
Il post è stata l’ultimo gesto che ha portato alla definitiva espulsione dal Movimento. Nel marzo 2022 si era opposto agli aiuti militari mandati in Ucraina e già allora si parlava di espulsione. “Questo governo ha deciso di inviare armi all’Ucraina in guerra, rendendo di fatto l’Italia un paese co-belligerante”, ha detto all’Agi Petrocelli. “Che senso ha confermare la fiducia a un governo interventista? La maggioranza degli italiani non vuole alcun coinvolgimento del nostro paese in una guerra dagli esiti imprevedibili. Invito tutti i colleghi 5 stelle ad una riflessione su questa proposta”.
Infine, su una prima espulsione: “Vogliono espellere un senatore perché non vota per l’invio di armi a un Paese in guerra? Vedano loro quali sono le conseguenze”. E ancora: “Intanto io confermo la mia contrarietà alla fornitura di armi prevista dal Decreto Ucraina, che ci catapulta nel conflitto in corso, complicando enormemente le possibilità di giungere ad un accordo di pace”.
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