Enzo Bettiza, noto politico e giornalista, è stato una firma importante nel panorama della stampa italiana.
Chi era Enzo Bettiza
Enzo Bettiza, all’anagrafe Vincenzo Bettiza, è stato un giornalista, scrittore e politico italiano. Nato il 7 giugno 1927 a Spalato (Croazia), Enzo morì a Roma il 28 luglio 2017. Era figlio di un padre che, a seguito della occupazione jugoslava, perse tutto e fu costretto a scappare in Italia. Arrivato poi in Italia su un peschereccio di fortuna, il giovane Bettiza fuggì da un campo profughi in Puglia e si fermò a Roma. Successivamente decise di iscriversi all’Accademia delle belle arti della Capitale e per qualche fece lavoretti precari, il giocatore di poker e il venditore di libri a rate. Dopo una carriera avviata al settimanale Epoca, tra gli anni Cinquanta e Sessanta fu corrispondente per La Stampa da Vienna e da Mosca. Per il Corriere della Sera, successivamente, lavorò per dieci anni, in particolare come corrispondente dall’estero.Nel 1974, assieme ad Indro Montanelli, fondò un quotidiano indipendente, Il Giornale, accettando la sfida di lasciare il Corriere della Sera.
L’ingresso in politica
Durante la sua permanenza a Il Giornale il giornalista decise di entrare in politica. Dal 1976 al 1979 fu eletto senatore della repubblica per il PLI all’interno dell’alleanza laica (PLI-PRI-PSDI), e prese parte all’elezione di Sandro Pertini al Quirinale. Dal 1979 al 1989 la sua figura rappresentò i liberali al Parlamento Europeo e fu poi rieletto eurodeputato nel 1989 nelle liste del PSI.
Vita privata: moglie e figli
Enzo Bettiza era padre di quattro figli. Due di questi li ha avuti con Ludina Barzini, mentre gli altri due con Laura Laurenzi. Con Laura Laurenzi, come lui giornalista, il primo incontro è avvenuto a Bruxelles.“All’inizio non credevo che potessimo avere un futuro – ha dichiarato Laura Laurenzi – Ma lui mi seguiva dappertutto. Il giornale mi mandava in Svezia a raccontare come si fa un Nobel, e lui era là. Mi diceva: una coppia non è una coppia senza un bambino, e ne abbiamo avuti due, Sofia e Pietro; una casa non è una casa senza un gatto, e ne abbiamo presi tre”