Paolo Tortora, il “re del catering” napoletano si è spento a soli 61 anni dopo aver contratto, per la seconda volta, il Covid-19. Amici e colleghi spendono parole di commiato sui social, così come la moglie Valentina Abbruzzeso, chiamata da lui “il mio amore eterno”, racconta gli ultimi mesi vissuti insieme. Ecco chi era Paolo Tortora, “il sarto della ristorazione” ospite di Dolce & Gabbana, ma anche amico degli ultimi. Organizzava pranzi di Natale in carcere e faceva attivismo con la Comunità di Sant’Egidio.
Paolo Tortora si è spento a 61 anni per la variante Delta
Se l’è portato via il Covid-19 a soli 61 anni. Paolo Tortora aveva già contratto il virus nell’ottobre del 2020 e aveva in programma di vaccinarsi entro l’autunno, per via del diffondersi della variante Delta. Soffriva, però, con i polmoni. A rivelarlo al Corriere del Mezzogiorno è la moglie Valentina Abbruzzeso. “Lui aveva una fragilità polmonare, che si portava dietro da anni. Aveva dolori alle spalle, ma prendeva un antinfiammatorio e via. Infatti i medici gli hanno trovato tessuto cicatriziale ai polmoni quando è stato ricoverato, segno di vecchi problemi”.
Contratto nuovamente il virus, stavolta in una forma più aggressiva, Paolo Tortora è costretto a stare a letto con l’ossigeno. “I primi dieci giorni l’ho curato a casa – spiega Abbruzzeso – e né io né le bambine ci siamo contagiate anche se abbiamo continuato a stare tutti insieme. Io ho anche dormito con lui. Tanto eravamo comunque costretti alla quarantena”. Poi però le condizioni di salute si complicano e diventa necessario il ricovero all’ospedale di Cotugno, dove il 22 agosto Paolo Tortora viene intubato.
L’addio con la moglie Valentina Abbruzzeso
“Lo avevano intubato il 22 agosto – racconta la moglie -. Aveva chiesto ai medici di vedermi, non accettava un no, ha insistito tanto chiedendo uno strappo alle regole. E loro, prima di trasferirlo in rianimazione, hanno acconsentito. C’è stato un momento in cui ci sembrava anche che le cose andassero meglio. Poi dopo giorni passati con il casco e qualche miglioramento la situazione è precipitata nel giro di due ore”. Risale a quel giorno l’ultimo incontro della coppia, dopo il quale Paolo Tortora continua a comunicare brevemente con Valentina Abbruzzeso, che lui chiama “il mio amore eterno”.
Arrivano dei messaggi dall’ospedale in cui lo chef rinnova il proprio amore per la moglie. Sono gli ultimi, datati 25 agosto. Le chiede di essere paziente per il suo carattere e le affida l’azienda. “Questi sono gli ultimi messaggi che mi ha mandato dall’ospedale — racconta Abbruzzeso al Corriere del Mezzogiorno – Li ha scritti dopo che ci eravamo visti per dirmi che stare vicini era stata ‘una grande iniezione di vita’. Poi tutto è precipitato”.
Chi era Paolo Tortora: da D&G ai pranzi di Natale in carcere
Ai più Paolo Tortora era noto per essere il “re del catering”: un’istituzione del settore a Napoli e in Campania. Aveva fondato Ristosan e Valesan, imprese di ristorazione sanitaria, aziendale, e scolastica di alta qualità. Ma si era particolarmente distinto proprio nel mondo dei buffet, guadagnandosi l’appellativo di “sarto della ristorazione”, per la precisione meticolosa con cui portava a termine gli incarichi. I suoi catering di altissimo livello erano riusciti a conquistare i palati di alcuni Vip, il cui apprezzamento aveva consentito a Paolo Tortora di crescere ulteriormente.
Spesso, infatti, aveva organizzato dei buffet per grandi produzioni cinematografiche, anche straniere. Come Mission Impossible 3, con Tom Cruise, alla Reggia di Caserta. Ed era stato chiamato a servizio per lo spot di Dolce & Gabbana nel 2016. Allora avevano partecipato anche le star del Trono di Spade Emilia Clarke e Kit Harington, riunite in piazzetta Cardinale Riario Sforza a Napoli.
Paolo Tortora, tuttavia, aveva del tempo anche per gli “ultimi”. Sono proprio gli amici e i suoi estimatori a portare alla luce il suo impegno civico e sociale. “Così mi piace ricordare Paolo Tortora – comunica Antonio Mattone, scrittore e portavoce della Comunità di Sant’Egidio – al pranzo di Natale della Comunità di Sant’Egidio nel carcere di Poggioreale. Da più di 15 anni aiutava la realizzazione di diversi pranzi natalizi, a Scampia, nella chiesa dei Santi Severino e Sossio e nel carcere napoletano. Sempre gentile e disponibile, ogni volta che gli chiedevo una mano non si tirava mai indietro. Paolo ci mancherà, voglio ricordarlo come un vero amico dei poveri”.
La vita privata di Paolo Tortora
Lo chef di 61 anni, deceduto il 5 settembre a causa del Covid, lascia due figlie, di 13 e 16 anni, e la moglie 36enne Valentina Abbruzzeso. Sarà lei a prendere le redini dell’azienda di Paolo Tortora. “Lui ha visto in me la persona giusta per supportarlo nella vita e anche nel lavoro”, racconta. “Sarò all’altezza della sua fiducia, portando avanti anche i suoi tanti progetti di beneficenza”.
Alle spalle una grande storia d’amore. “Tra noi è stato un colpo di fulmine. Io sono di Foggia, lui di Napoli: ci siamo conosciuti a Brescia, fidanzati a Bergamo e sposati a Capri. Per lui ho lasciato la mia città, ho scoperto e amato Napoli“.