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Chi era Tina Anselmi: Resistenza, politica, studi

Chi era Tina Anselmi

Tina Anselmi è stata una politica e partigiana italiana, prima donna ad aver ricoperto la carica di ministra della Repubblica Italiana. Su di lei è stato anche girato un film.

Chi era Tina Anselmi

Tina Anselmi fu la prima donna a ricoprire la carica di ministro della Repubblica italiana. Negli anni della seconda guerra mondiale prese anche parte attivamente alla Resistenza. Con il nome di battaglia di “Gabriella” (ispirato all’arcangelo Gabriele) divenne staffetta partigiana della brigata Cesare Battisti al comando di Gino Sartor, quindi passò al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà. Nel 1944, poi, si iscrisse alla Democrazia Cristiana e partecipò attivamente alla vita del partito. Nei giorni della liberazione fu responsabile insieme ad altri tre partigiani delle trattative tenutesi nella sede del comando tedesco per far sì che non ci fossero vittime o ritorsioni. La famiglia della giovanissima Anselmi venne a sapere del suo impegno nella Resistenza solo in seguito alla liberazione.

Studi

Tina Anselmi nel 1948 si laureò in lettere all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, divenendo poi insegnante elementare.

Politica

Tina Anselmi iniziò la sua carriera politica nel secondo dopoguerra nell’attività sindacale in seno alla CGIL e poi, dalla sua fondazione nel 1950, alla CISL. Fu dirigente del sindacato dei tessili dal 1945 al 1948 e del sindacato degli insegnanti elementari dal 1948 al 1955. Anselmi, successivamente, fu eletta deputata dal 1968 al 1992, eletta sempre nella circoscrizione Venezia-Treviso. re volte sottosegretaria al ministero del lavoro e della previdenza sociale, dal 29 luglio 1976 fu ministra del lavoro e della previdenza sociale nel governo Andreotti III: un fatto storico, perché l’Anselmi divenne la prima donna ministra in Italia.

Nel 1977 fu tra i primi firmatari della legge italiana che apriva alla parità salariale e di trattamento nei luoghi di lavoro, nell’ottica di abolire le discriminazioni di genere fra uomo e donna.

Dopo l’esperienza al Ministero del Lavoro, fu anche ministra della sanità nei governi Andreotti IV e V. Profondamente credente, Tina Anselmi improntò tuttavia la sua attività politica sul principio della laicità. Nel 1978 firmò, in qualità di Ministra della Salute, la Legge 194 per l’interruzione volontaria della gravidanza.

Firmataria della legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, fu considerata come una “madre della Repubblica” e la sua candidatura fu proposta più volte durante le elezioni per il Capo dello Stato, prima nel ’92 e poi nel 2006.