Chi sono Il Pagante, tutto sul gruppo musicale milanese. In attività dal 2010, sono finiti sotto le luci della ribalta con il singolo Entro in pass e #Sbatti, per poi replicare il loro successo con brani come Faccio after, Pettinero e Settimana bianca.
Chi sono Il Pagante: vita privata, carriera e componenti del gruppo musicale
La scena musicale milanese ha dato i natali ad uno dei gruppi dance più amati degli ultimi anni, Il Pagante. Il gruppo ha origine in una pagina Facebook fondata nel 2010, nata per ironizzare sullo stile di vita “mondano” dei milanesi, in particolare dei PR e della loro clientela, appunto i paganti. I fondatori della pagina erano Giordano Cremona, figlio del noto comico Raul Cremona, Guglielmo Panzeri e Alfredo Tomasi, a cui si aggiungono in seguito le cantanti Federica Napoli e Roberta Branchini.
Sono queste ultime a “trasformare in musica” i post della pagina nel 2012, prima con il singolo Entro in pass e poi con Si sboccia e #Sbatti, che brano di esordio del terzo membro del gruppo, Edoardo Cremona detto Eddy Veerus, nipote di Raul Cremona e cugino di Giordano. I brani diventano virali sul web, lanciandoli verso il successo nazionale. Nel corso della loro carriera insieme i tre hanno pubblicato e tre album e 23 singoli, conquistando undici dischi d’oro, tre dischi di platino e due doppi platini. Tra i loro brani più noti ricordiamo Faccio after, Bomber, Pettinero, La shampista, Dress Code, Settimana bianca, Portofino e il più recente Poveri mai.
Vita privata e formazione, cosa sappiamo dei membri della band?
Per seguire al meglio la band e i suoi futuri progetti, si può tenere d’occhio la sua pagina Instagram ufficiale, che ad oggi conta ben 181mila follower. Ad oggi Il Pagante è tornato ad essere un duo dopo l’addio di Federica Napoli. La vocalist si è tirata indietro per dare un freno ai suoi attacchi di panico: “Ho iniziato a soffrirne nel 2019. Dando la colpa allo stress, facendo poi esami su esami per trovare una colpa tangibile, e invece i miei esami erano perfetti. Ho iniziato a capire che forse il problema era nella mia mente e mi sono affidata a una psicoterapeuta. Il percorso con un terapista è un percorso tortuoso, dove spesso si cade e spesso ci si sente invincibili per poi ricadere. Si deve toccare il fondo per capire esattamente dov’è il problema. Ho iniziato ad ammettere a me stessa che il mio lavoro mi creasse malessere. Non è stato semplice accettare la cosa, ve lo assicuro. È stato molto doloroso ma con pazienza ce l’ho fatta”.