Claudio Anastasio è un famoso manager scelto nel dicembre del 2022 dal governo Meloni per guidare 3-I, nell’ambito della creazione della prima software house pubblica italiana. Poi, dopo la sua lettera “fascista” sono arrivate le dimissioni e le polemiche politiche.
Claudio Anastasio, chi è il manager che ha copiato il discorso di Mussolini
Claudio Anastasio è nato nel 1969 ed è un famoso manager. Dopo gli studi in informatica e in Giurisprudenza si è occupato di gestione e sviluppo di sistemi e tecnologie aeree per il Gruppo Leonardo, per poi fondare Tnotice, società specializzata nelle raccomandate elettroniche. Ha lavorato per aziende del settore oil&gas (Esso, Agip, Agi), nell’industria chimico farmaceutica e pure per il Consiglio di Stato, per cui si occupa di ingegneria IT (Internet technologies). Nel 2006 è diventato amministratore e socio unico della Chorus, una srl di tecnologia con cui, scrive nel curriculum, si occupa di “progetti militari in Italia e Libia”, nonché “relazioni con i servizi d’intelligence di altri Paesi stranieri per la definizione di tecnologie di sicurezza dei confini”.
A dicembre 2022 è stato incaricato da Giorgia Meloni di guidare 3-I, nell’ambito della creazione della prima software house pubblica italiana. Il manager, dopo la sua nomina, aveva scritto ai dipendenti una lettera copiando e facendo riferimento a un famoso di scorso di Mussolini che aveva pronunciato da presidente del Consiglio dei ministri nel pomeriggio del 3 gennaio 1925 alla Camera dei deputati del Regno d’Italia. Dopo le polemiche , ecco le dimissioni del manager: “Comunico la volontà irrevocabile di rassegnare le mie dimissioni dall’incarico di componente del Cda e presidente della società 3-I S.p.A. con effetto immediato”.
Le reazioni politiche dopo la sua lettera
Tre le prime reazioni dell’opposizioni ecco il deputato del Pd, Claudio Mancini: “L’uso della rivendicazione dell’omicidio Matteotti è vomitevole – dichiara – Il governo spieghi in Parlamento perché è stato nominato e quali interessi muovono una lettera di minacce così esplicita ai componenti del Cda”, aggiunge il deputato dem.
Una “vergogna” per Simona Malpezzi, capogruppo dem al Senato: “Questa è la cifra della classe dirigente scelta dalla destra”, il commento su Twitter. Insieme a quello del senatore del Pd Antonio Misiani: “Questo signore dovrebbe vergognarsi” per poi aggungere: “Le dimissioni erano un atto dovuto, dopo quello che era accaduto. Meglio aver chiuso subito questa vicenda. Per lo meno si è risparmiata agli italiani una giornata di inutili e imbarazzanti tira e molla”.
Per il deputato del Partito democratico, Roberto Morassut, vicepresidente della Fondazione Matteotti, Anastasio “è soltanto un poveraccio esaltato che probabilmente non si rende conto di quello che ha fatto e scritto. Si sta parlando del delitto di Stato più atroce della storia d’Italia. Dovrebbe essere duramente smentito dalla stessa presidente del Consiglio”. All’attacco anche il senatore del Pd, Dario Parrini: “La questione che si pone, e che non è eludibile, è se si intenda procedere all’occupazione di tutte le caselle di potere disponibili con leggerezza ed eccessi di disinvoltura, collocando in posizioni delicate personaggi improbabili e non all’altezza. Dobbiamo augurarci che la premier e i suoi più stretti collaboratori abbiano coscienza dell’impercorribilità di questa via. Più di un elemento induce al pessimismo. La nostra vigilanza sarà massima”. Su Facebook è intervenuta anche la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno: “Questo non è un governo, è un’apologia del fascismo quotidiana”.
Per Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana: “Un manager? No, un aspirante gerarca che rozzamente cerca di imitare Benito Mussolini copiando un suo macabro discorso dittatoriale e inviandolo via email al Cda di un società pubblica. Un episodio incredibile ma che è accaduto davvero nel 2023, in Italia con l’amministratore delegato della 3-I nominato da questo governo” ha commentato Fratoianni.
Per Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe, le dimissioni di Anastasio “sono una buona notizia. Ancora una volta le scelte di Meloni risultano inadeguate”. Le dimissioni del manager, ha commentato la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del Movimento 5 Stelle a Palazzo Madama, “erano più che doverose dopo l’ignobile mail. Purtroppo siamo di fronte all’ennesima pezza messa sugli enormi buchi fatti dal governo Meloni. Le nomine ai vertici delle società partecipate sono un aspetto importante della vita pubblica italiana. Quali sono i riferimenti culturali dei dirigenti che il governo sta piazzando in organismi chiave del Paese? A quale modello sociale e istituzionale guardano? Sarebbe un errore derubricare questa vicenda ad episodio singolo, purtroppo è una matrice che si replica”.