L’accordo nel governo sulle concessioni balneari, tema che si sta approfondendo all’interno del ddl concorrenza, è stato trovato. Il testo dunque, alla luce del nuovo accordo tra forze politiche, sarà esaminato a breve dalla commissione Bilancio per essere poi approvato dalla commissione industria. La volontà è di chiudere il voto sul ddl concorrenza addirittura in giornata. Ma cosa cambia per le concessioni balneari del nostro paese?
Concessioni balneari, trovato l’accordo in maggioranza
Riguardo alle concessioni balneari, tema che ha visto uno scontro continuo tra le parti in parlamento, viene confermata all’interno del testo la proroga delle concessioni al 31 dicembre 2024 nel caso in cui emergano contenziosi o difficoltà nell’espletamento delle gare. Sarebbe stata eliminata dal testo una norma, molto contestata dalla Lega di Matteo Salvini, che apriva alla possibilità di acquisire concessioni balneari da parte delle società pubbliche titolari di concessioni di altro tipo. Ora il testo dovrà passare in Commissione Bilancio per il parere e di seguito in Commissione Industria del Senato. L’approdo in Aula del provvedimento è previsto per lunedì prossimo.
Importante per lo sblocco di un accordo tra le parti è stata l’eliminazione dal testo dei riferimenti alle modalità di calcolo degli indennizzi ai concessionari uscenti che dovranno essere riconosciuti ma saranno rinviati ai decreti delegati. Il testo finale rimanda infatti ai decreti attuativi la definizione degli indennizzi.
“Trovata una soluzione positiva”
Il senatore del partito democratico Antonio Misiani si dice soddisfatto del risultato. “La soluzione trovata è positiva e ragionevole. Adesso ci sono tutte le condizioni per approvare il ddl Concorrenza superando questo ultimo scoglio”. Contraria all’intesa la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, le cui dichiarazioni sono state riprese dall’Ansa. “Quello raggiunto dalla maggioranza sulle concessioni balneari è un accordo ridicolo e vergognoso – ha affermato – e rimandare la questione degli indennizzi addirittura al Governo, con il rischio più che concreto che questi vengano fortemente osteggiati dalla Commissione europea e non vedano mai la luce, vuol dire lasciare totalmente senza tutele i concessionari attuali, che si vedranno in buona parte espropriate le loro aziende a favore delle multinazionali straniere. Ora lo Stato espropria i privati a vantaggio di altri privati, più grandi e più forti”.