Corona contro Spalletti: botta e risposta tra l’ex re dei paparazzi e il ct della Nazionale italiana. Il tema è il calcioscommesse che in questi giorni si è abbattuto come un uragano sul calcio italiano. Ecco gli attacchi di entrambi personaggi.
Corona contro Spalletti
Si continua a parlare di calcioscommesse e in primo piano c’è sempre Fabrizio Corona che si sente chiamato in causa quando si tocca questo argomento. Nelle ultime ore sui suoi canali social è arrivato la replica e l’attacco a Luciano Spalletti.
“Spalletti è entrato come parte in causa per cercare di proteggere il suo lavoro e i suoi interessi dalla destabilizzazione che deve aver provocato l’arrivo della procura a Coverciano – si legge all’interno di una delle tre stories messe online –. Il suo giudizio credo si poggi in parte sui tuoi trascorsi con il mondo del calcio (Coco, Adriano, Trezeguet), e in parte sul fatto che nelle storie IG e negli articoli pubblicati viene parecchio enfatizzato il tuo compiacimento per i risultati dello scoop in termini di visibilità e potenziale denaro”. E ancora: “Che Spalletti sposti l’attenzione su di te, non prendendo atto dei problemi che ha in casa, è abbastanza grave”.
Infine:”Se diversi suoi giocatori sono ludopatici è un problema serio e bello grosso. E invece lui sembra soltanto capace di liquidare il tutto con un bel consiglio ai suoi giocatori. Sembra dire solo ‘attenti al lupo che vuole approfittare della vostra notorietà per accrescere la sua”.
Le parole del ct sul calcioscommesse
I calciatori debbono sapere che sono personaggi famosi e che ci sono altre tipologie, altre professioni, dove si diventa altrettanto famosi andando a spiare e osservare quelli che sono i comportamenti di personaggi famosi», ha detto Spalletti in un’intervista a Rai Sport, «sciacallare un po’ su quello che loro fanno per avere altrettanta pubblicità». Chi sia lo sciacallo, alla luce di quello che è successo in questi giorni, non è difficile immaginarlo. «Se non ce la fai ad essere una persona di valore e non resisti alle tentazioni», ha poi ammonito i suoi, «per lo meno devi usare il ragionamento e l’intelligenza di andare a sfogare queste necessità personali in qualcosa che non disturbi la tua professione e il tuo lavoro, e la tua possibilità di vivere una vita importante». Parole simili a quelle usate la sera precedente: «Vogliamo dare una immagine corretta della bellezza donata dalla possibilità di vestire la maglia della Nazionale. Ci sono molti giovani che vorrebbero vivere quello che stiamo vivendo e non possono. Dobbiamo saper riconoscere questo dono ricevuto, che siamo differenti da molti altri. Ci sono molti giovani in difficoltà che non possono avere questo stato di vita, questi privilegi, che danno tutto