Corsica, proteste continuano e si fanno più violente. Non si fermano le manifestazioni a difesa dell’indipendentista Colonna che è stato ferito in carcere. Intanto, il governo francese cerca il dialogo.
Corsica, proteste e scontri contro la polizia
Si fanno più violente le proteste in Corsica anzi gli scontri tra polizia e indipendentisti si sono intensificati. Lacrimogeni, cannoni ad acqua, molotov, bombe agricole e pietre recuperate dalle ferrovie sono state le armi utilizzate, in particolare, nella giornata di domenica 13 marzo, che si è conclusa con un bilancio di 67 feriti, tra cui 44 membri delle forze dell’ordine.
“I rivoltosi hanno sparato numerosi colpi con pistole a pallini contro membri delle forze dell’ordine“, spiega la prefettura che in un comunicato ha invitato gli abitanti “del centro di Bastia a non lasciare le loro case”.
Nelle ultime ore, il governo francese prova a dialogare per fermare la guerriglia e così ha inviato in Corsica il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, che intende, si legge in una nota, “aprire un ciclo di discussioni con i rappresentanti e le forze vive dell’isola”, e provare a dare risposta alle “richieste dei rappresentanti corsi sul futuro istituzionale, economico, sociale o culturale”, soprattutto “quelle del presidente del Consiglio esecutivo, Gilles Simeoni”, un ex indipendentista eletto rappresentante dell’isola che chiede lo statuto speciale autonomo.
Continua la rivolta degli indipendentisti
Un marzo di fuoco in molte città della Corsica. Dall’inizio del mese, ci sono state proteste e manifestazioni che hanno visto scendere nelle strade migliaia di persone.
La protesta è contro lo Stato francese, accusato di non aver tutelato la sicurezza del militante indipendentista corso Yvan Colonna. Colonna stava scontando l’ergastolo ed è stato aggredito da un compagno di cella. Colonna è detenuto in Provenza per l’omicidio del prefetto Claude Erignac, ucciso nel 1998 ad Ajaccio. Circa nove giorni fa, è stato quasi strangolato da Franck Elong Abe, un 35enne islamista che avrebbe udito da lui espressioni non gradite. L’aggressore è stato incriminato per tentato omicidio con un’ipotesi che richiama anche la matrice terroristica.
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