Covid, l’Austria sospende la legge sull’obbligo vaccinale. L’annuncio arriva dal Ministro degli Affari Europei e Costituzionali Karoline Edtstadler: “Abbiamo deciso di seguire il consiglio della commissione di esperti”. Secondo i leader austriaci, in presenza della variante Omicron e con la diminuzione dei contagi l’obbligo di vaccinazione “non è più proporzionato alla situazione”.
Covid, niente più obbligo vaccinale in Austria
In Austria è stop all’obbligo vaccinale, arriva il si del Consiglio dei Ministri. Il primo paese europeo ad approvarlo e decretarlo ha deciso di sospendere la legge, almeno per il momento. Il Ministro degli Affari Europei e Costituzionali Karoline Edtstadler e il Ministro della Salute Johannes Rauch lo hanno annunciato durante una conferenza stampa a Vienna. “Abbiamo deciso di seguire il consiglio della commissione di esperti” ha affermato Edtstadler. Secondo i ministri la legge che imponeva l’obbligo di vaccinazione è stata considerata “non più proporzionata alla situazione”, in considerazione delle nuove varianti e del calo di contagi in Austria. La sospensione arriva a pochi giorni dall’inizio della seconda fase della legge, che avrebbe dovuto avere inizio il 15 Marzo. Da quella data le autorità austriache avrebbero cominciato a sanzionare le violazioni dell’obbligo, con multe fino a 3600 euro.
Tra tre mesi una nuova valutazione: “Dobbiamo essere flessibili”
Edtstadler ha ricordato, tuttavia, che la questione non è ancora chiusa definitivamente. L’Austria resta pronta a rispolverare l’obbligo vaccinale se la situazione dovesse peggiorare: “Così come il virus è molto mobile, dobbiamo essere flessibili e adattabili”. Rauch spiega che tra tre mesi la commissione farà una nuova valutazione e prenderà una decisione: “Il percorso ora intrapreso si basa sui pilastri della proporzionalità e della costituzionalità oltre che su quello dell’evidenza scientifica”. Il Ministro della Salute ha poi sottolineato nuovamente l’importanza dei vaccini nella lotta alla pandemia: “I vaccini ci proteggono tutti. Anche la Commissione ha affermato che non è da escludere che ci si possa confrontare nuovamente con una variante in autunno con potenziali effetti sul sistema sanitario simili a quelli che abbiamo già sperimentato