Covid in Veneto, il Presidente della Regione Luca Zaia lancia l’allarme: “Altro che zona gialla, continuando così rischiamo la zona arancione o rossa. Il vaccino è l’unica arma che abbiamo”.
Emergenza Covid in Veneto, Zaia: “Zona gialla? Rischiamo arancione o rossa”
Il Presidente del Veneto Luca Zaia ha espresso preoccupazione per la situazione della sua regione in relazione all’aumento dei contagi: “Finiremo in zona gialla? Se il virus non si ferma, se non corriamo ai ripari passeremo anche in arancione o in rossa. L’unica arma che abbiamo è il vaccino“. Un serio allarme quello lanciato dal Governatore, causato dall’aumento dei contagi da Covid-19 in Italia durante la quarta ondata. Il Veneto, insieme al Friuli Venezia Giulia, è una delle regioni più colpite che rischia il passaggio dalla zona bianca alla zona gialla. Zaia non ha indorato la pillola: “Il dato concreto è che crescono i contagi: è un incremento lento, ma inesorabile. Oggi abbiamo dati che qualche settimana fa non avevamo. La curva dei contagi sta crescendo: il virus c’è, siamo ancora in pandemia“.
L’appello di Zaia: “L’80% dei ricoverati in terapia intensiva non è vaccinato”
Zaia ha rinnovato la sua fiducia nella campagna vaccinale: “Ho speranza che questo incremento si fermi. In ogni caso, adesso non è massacrante perchè abbiamo le vaccinazioni. L’occupazione degli ospedali è ancora gestibile, siamo a 381 ricoverati, ma la gestione comincia a farsi sentire con i 400 pazienti in terapia intensiva che si sommano ai casi Covid. Senza le vaccinazioni, secondo le proiezioni, avremmo circa 1600 persone in ospedale. I dispositivi di protezione vanno portati, l’invito alla comunità è di portare la mascherina: è l’unico appello che facciamo”.
Il Presidente del Veneto ha voluto far nuovamente presente quanto influiscano i No Vax sull’attuale emergenza: “Non vogliamo creare conflitto sociale, ma anche oggi l’80% dei ricoverati in terapia intensiva non hanno fatto il vaccino. Fossero anche il 50%, sarebbe comunque un dato pesante perché i non vaccinati rappresentano solo il 15% della popolazione veneta“.