La variante Iota del Covid-19 è in rapida espansione. Segnalata per la prima volta nello Stato di New York nel 2020, la variante si è diffusa rapidamente negli Usa da inizio 2021 fino a superare la variante Alfa, allora dominante. La variante Iota è già arrivata in Italia, ecco quello che sappiamo finora: sintomi, diffusione e pericolosità.
Covid, variante Iota in espansione
Uno studio coordinato dall’università Columbia e pubblicato sulla rivista Nature segnala una rapida diffusione della variante Iota in tutto il mondo. I nuovi dati, raccolti da un gruppo di ricerca del quale fa parte uno dei principali virologi a livello internazionale, David Ho, indicano che la variante ha iniziato la sua ascesa nello stato di New York a inizio 2021 e ora si sta rapidamente diffondendo in tutti gli stati americani e anche all’estero. Alcuni casi sono stati segnalati anche in Italia, ad esempio in Liguria.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha inquadrato la variante Iota tra le “VOI”, le cosiddette “Varianti Di Interesse” che ancora non si considerano preoccupanti. Tra loro, l’OMS include anche le varianti Eta, Iota, Kappa e Lambda.
Covid, variante Iota: sintomi
I sintomi della variante Iota sono molto famigliari con i sintomi della variante Alfa che già conosciamo. Tra questi, si segnalano: brividi; perdita di appetito (soprattutto nelle persone tra i 18 e i 54 anni e negli over 55); mal di testa (in particolare nei giovani tra 5 e 17 anni) e dolori muscolari (principalmente nella fascia di età compresa tra 18 e 54 anni).
Covid, variante Iota: diffusione e pericolosità
Lo studio condotto dal gruppo ha analizzato la crescente diffusione della variante Iota negli Usa, indicando che il dato preoccupante relativo a questa variante è la presenza della mutazione E484K, che svolge un ruolo cruciale nella perdita dell’attività neutralizzante degli anticorpi. Secondo gli autori della ricerca, la variante è parzialmente o completamente resistente a due anticorpi monoclonali e meno suscettibile alle terapie con il plasma.
Le stime suggeriscono un tasso di trasmissione della variante Iota tra il 15% e il 25% superiore rispetto alle altre varianti note. I ricercatori hanno anche scoperto che il ceppo Iota presenta una maggiore capacità di eludere il sistema immunitario: è riuscito a bucare fino al 10% dei casi di persone vaccinate. Per quanto riguarda il tasso di mortalità della variante, il numero è aumentato del 46% per gli adulti di età compresa tra 45 e 64 anni, dell’82% per la fascia di età da 65 a 74 anni, del 62% per il gruppo di 75 anni e del 60% tra gli adulti di età superiore ai 65 anni.
La variante Iota presenta, in conclusione, caratteristiche di trasmissione, fuga dalla risposta immunologica e letalità simili alla variante inglese per cui è necessario prestare attenzione.