Cutro, manifestanti hanno protestato contro la presenza del governo Meloni nel luogo della strage dei migranti nel naufragio di qualche settimana fa. Tuttavia, la premier difende la scelta del governo e illustra le norme contro gli scafisti.
Cutro, manifestanti contro l’auto della Meloni lanciano i peluche
Il governo Meloni ha deciso di riunirsi a Cutro, in Calabria, luogo in cui hanno perso la vita 72 migranti dopo il naufragio delle scorse settimane. L’arrivo, in particolare, di Giorgia Meloni non è stato per niente accolto bene dai manifestanti che hanno deciso di protestare per la presenza del governo. Con cartelli e striscioni in mano, un gruppo di persone ha contestato le auto con a bordo la premier e i due vicepremier: “Vergogna, ver” hanno urlato alcuni. Mentre, addirittura, altri hanno lanciato peluche contro la macchina della Meloni.
Il governo fa la passerella nel luogo della strage
“In questo momento – ha dichiarato da Cutro la Meloni – ci sono 20 imbarcazioni che qualcuno sta soccorrendo in acque italiane”, quindi “non accetto ricostruzioni” che lascino intendere che l’esecutivo si sia “girato dall’altra parte”. “Vogliamo cercare gli scafisti – assicura la premier – lungo tutto il globo terracqueo“. Questo tentativo sarà attuato grazie ad “accordi bilateri con i paesi in cui la tratta viene organizzata”.
In quella che è già stata definita una passerella del governo, la Meloni difende la scelta di presentarsi tutti a Cutro: “il primo su un luogo della tragedia e con il quale volevamo dare un segnale simbolico e concreto allo stesso tempo” , in una conferenza stampa nella quale ribadisce che “se qualcuno pensa che ci siano istituzioni che si voltano dall’altra parte questo è molto grave, e non per me o per il governo ma per la nazione che rappresento e non accetto queste ricostruzioni”. Poi, passando a illustrare il decreto, spiega che il testo “prevede un aumento delle pene per il traffico di migranti e l’introduzione di una nuova fattispecie di reato relativa a morte o lesioni gravi in conseguenza del traffico di clandestini, con una pena fino a 30 anni di reclusione nel caso in cui muoiano persone in una di queste traversate. Il reato verrà perseguito dall’Italia anche se commesso fuori dai confini nazionali. E’ un reato che noi consideriamo universale”.