Diana Biondi potrebbe essere l’ennesima giovane vittima legata al mondo universitario. A Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, è stato ritrovato il suo corpo senza vita, dopo tre giorni dalla sua scomparsa. In queste ore e poi basta tutti ne parlano, anche se l’Università, in particolare Federico II, continua a tacere ed avere un numero in meno tra i propri iscritti.
Diana Biondi, dopo la scomparsa la notizia della sua morte
Diana Biondi è l’ennesima vittima legata al mondo dell’Università ma non può e non deve continuare a rimanere un “numero”. Diana aveva solo 27 anni e questo è il numero da ricordare. Una giovane ragazza della provincia di Napoli che ha deciso di mettere fine alla sua vita.
Diana è uscita di casa lunedì 27 febbraio di prima mattina per recarsi all’Università. Era iscritta alla Facoltà di Lettere Moderne all’Università Federico II di Napoli. Dopo Antonio che nell’agosto del 2021 si era lanciato nel vuoto nello stesso ateneo e facoltà, un’altra vittima che però non è mai arrivata in quel luogo per l’ultima fermata della sua vita. Il padre, Edoardo Biondi, si è presentato in caserma la sera del 27 febbraio, presentando denuncia di scomparsa della figlia. Sui social era circolata anche la sua foto con questo messaggio: “Siamo in apprensione per lei. Se qualcuno ha visto qualcosa ci avverta”.
Poi, nel tardo pomeriggio del 1 marzo la tragica scoperta. Diana si è lanciata in un dirupo nei pressi dell’ex ristorante «Il Canguro» da tempo dismesso e abbandonato a Somma Vesuviana. In località Santa Maria a Castello i Carabinieri hanno ritrovato il corpo senza vita di Diana.
La sua scelta “coraggiosa” legata all’Università
Il padre Edoardo ha raccontato ieri pomeriggio che la figlia era prossima alla laurea in Lettere Moderne. Pare che era stata fissata una data per la tesi, martedì 28 febbraio. Tuttavia, stando a verifiche compiute dai carabinieri all’ateneo Federico II, Diana non era in regola con gli esami.
Da accertare le dinamiche e se la ragazza abbia lasciato qualche messaggio che chiarisca ancora di più un gesto che ormai non è più oscuro o inspiegabile. Sempre di più si parla di gesti chiari ed inequivocabili. Sono giovani vite che entrano in un vortice di incertezze sul proprio futuro che sembra inutile nonostante una famiglia alle spalle, amici, fidanzati. Evidentemente tutto questo non basta ma non è per arroganza. Ci si sente giorno dopo giorno fuori di un mondo che ti respinge e ti fa sentire inadeguato perché non hai raggiunto certi standard. Sommare tutti questi pensieri per tanti giorni con le persone che si ama aspettarsi solo il momento di chiamarti “dottore”, può diventare un peso che ti fa vedere, spesse volte, un’unica strada. Non è la più semplice ma purtroppo ti condanna lo stesso anche se alleggerisce, probabilmente, un peso che diventa insostenibile.