Doppio cognome ai figli: da quando si può e come funziona? Avrà effetti retroattivi? La decisione della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime le norme che attribuiscono in automatico il cognome del padre ai figli. Cosa succede adesso?
Doppio cognome ai figli, come funziona: la decisione della Corte Costituzionale
Il 27 aprile, la Corte Costituzionale ha pronunciato una sentenza che segna un punto di svolta storico nel diritto italiano. Secondo la Corte, infatti, sono illegittime le norme che attribuiscono al figlio di una coppia il cognome del padre in automatico. La regola è stata definita “discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio”. Le norme censurate sono state dichiarate illegittime in quanto in contrasto con gli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione.
La Corte ha stabilito una nuova regola: “Il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dei medesimi concordato, salvo che essi decidano di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due”. “In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori” -continua la sentenza- “Resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico”.
La decisione arriva in risposta ad una questione di legittimità costituzionale sollevata da una famiglia lucana nel 2021. Una coppia di Lagonegro voleva registrare il proprio terzo figlio con il cognome della madre, come i suoi due fratelli nati prima del matrimonio. Dopo il rifiuto del Comune, i coniugi si sono rivolti al tribunale cittadino, che ha giudicato il ricorso inammissibile. La coppia ha poi sottoposto il caso alla Corte d’Appello di Potenza, che ha ritenuto la richiesta fondata l’ha passata alla Corte Costituzionale.
Cosa succede ora: la nuova norma è retroattiva?
Per capire nel dettaglio come e da quando verrà applicata la nuova norma si dovrà attendere la pubblicazione della sentenza completa. Secondo il comunicato della Corte, vi sono ancora alcuni aspetti da definire che saranno responsabilità del legislatore, ovvero del Parlamento. Oltre a una possibile efficacia retroattiva della nuova regola, andranno stabiliti i criteri da seguire per chi ha già il doppio cognome. Secondo l’avvocato Marco Meliti, interpellato da Il Messaggero, si dovrebbe proseguire con la prassi attuale, che consente al genitore di trasmetterne solo uno a sua scelta. In questo modo, secondo il giurista, si eviterebbe “un’ulteriore crescita esponenziale dei cognomi nei rapporti futuri di filiazione”.
Le reazioni della politica, la Ministra Cartabia: “Un grande passo avanti”
Molti esponenti della politica italiana hanno accolto con entusiasmo la decisione della Corte. La Ministra della Giustizia Marta Cartabia ha definito la sentenza come “un altro passo in avanti verso l’effettiva uguaglianza di genere nell’ambito della famiglia”. Anche la Ministra delle Pari Opportunità Elena Bonetti si è detta soddisfatta per questo traguardo, ma ha voluto sottolineare l’importanza di un tempestivo intervento legislativo del Parlamento. “Già in passato la Consulta aveva acceso un faro sul carattere discriminatorio di un simile automatismo, sia verso i figli che verso le madri.” -scrive la Bonetti su Facebook- “Oggi torna a ricordarci che è arrivato il tempo di cambiare: abbiamo bisogno di dare corpo, anche nell’attribuzione del cognome, a quella pari responsabilità tra madri e padri che è insita nella scelta genitoriale, ed è compito alto e urgente della politica farlo”.