Lo iodio non serve in caso di guerra atomica: meglio seguire i consigli degli esperti, come sempre, e non farsi prendere dall’ansia e paura inutile. La corsa allo iodio non è necessaria.
Ecco perché lo iodio non serve in caso di guerra atomica
Nonostante la paura e il timore delle conseguenze dello scoppio di una guerra nucleare, non servirebbe adesso fare scorte di iodio. La profilassi, in questo momento, non è necessaria. Tutta via non servirebbero gli integratori. Bensì dei farmaci, la cui distribuzione spetterebbe alla Protezione Civile e alle Regioni.
Secondo gli esperti, con una dieta varia ed equilibrata – con un adeguato apporto di alimenti quali l’aglio, i fagioli, le bietole, le zucchine, le uova, il latte, i formaggi, i cereali e la carne – non è necessario ricorrere a un surplus di iodio. A ciò occorre aggiungere la differenza tra gli integratori a base di iodio e i farmaci che hanno come principio attivo lo ioduro di potassio. I primi – acquistabili in farmacia senza ricetta – sono indicati soltanto nei casi documentati di carenza di iodio. A essere impiegati per la profilassi in caso di esposizione allo iodio radioattivo sono invece le compresse di ioduro di potassio. Queste vengono distribuite soltanto dietro prescrizione medica. Inoltre, in assenza di condizioni di rischio, non possono essere acquistate in farmacia.
Perché tutti stanno comprando le pillole di Iodio
Dopo l’attacco alla centrale nucleare in Ucraina e possibili altre offensive, molti stanno prendendo d’assalto le pillole allo iodio.
In Belgio, dove sono presenti ben sette reattori (che verranno spenti nel 2025), le compresse di ioduro di potassio vengono distribuite gratuitamente dalle farmacie su semplice presentazione della carta d’identità.
Secondo un report dei farmacisti belgi, la scorsa settimana in tutto il Paese sono state consegnate 1.500 scatole da 10 compresse.
Tuttavia «le pastiglie di iodio non offrono protezione contro altre sostanze radioattive» dalle quali, in caso di emergenza, è necessario ripararsi. Inoltre, le compresse sono indicate solo per determinate fasce d’età. E in caso di fuoriuscita di radiazioni, i minori di 18 anni, in particolare i più piccoli, sono maggiormente a rischio di sviluppare tumori.