Educazione all’affettività: nelle ultime ore si parla molto di questo tema e percorso da introdurre nelle scuole. Dopo l’ultimo femminicidio che ha coinvolto Giulia Cecchettin, si acceso un dibattito anche politico sulla questione.
Educazione all’affettività: cos’è
Dopo l’ultimo fatto di cronaca che ha visto il femminicidio di Giulia Cecchettin, si è parlato tanto di educazione all’affettività da introdurre nelle scuola italiane. Si tratta di introdurre percorsi formativi rivolti ai ragazzi sull’educazione sessuale ed affettiva. Secondo un recente rapporto UNESCO, su 25 paesi europei presi in esame solo 10 possono vantare un programma di Comprehensive Sexuality Education (CSE) curricolare a scuola. Si tratta di un percorso che possa servire ad educare alle emozioni, alle relazioni, al rispetto e al consenso.
“Le scuole italiane godono di una certa autonomia che consente loro di sviluppare programmi di educazione all’affettività e alla sessualità per potenziare la loro offerta formativa – ricorda Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net – e non sono pochi gli istituti che si avvalgono di questa facoltà per curare anche quest’aspetto dell’educazione dei propri alunni. Tuttavia, stando a quanto riportano gli studenti, grossomodo una metà di loro arriva alla fine del proprio percorso scolastico senza aver mai ricevuto un’istruzione formale in questo ambito. E anche quando la riceve, spesso si sostanzia in interventi tardivi, visto che molte cose sono già state apprese, magari male, da altre fonti. In una società in cui i ragazzi e le ragazze sono costantemente e precocemente esposti a contenuti sessualmente espliciti e impliciti fin da quando sono bambini, non possiamo più permetterci di lasciare il campo libero all’improvvisazione e al caso”.
Cosa ha chiesto la Schlein alla Meloni
La segretaria del Pd Elly Schlein ha fatto una proposta alla premier Giorgia Meloni: “Non ci sono stati contatti diretti. Io mi sono rivolta alla presidente del Consiglio per proporre di approvare una legge che renda obbligatoria l’educazione all’affettività, al rispetto delle differenze in ogni ciclo scolastico. Noi confermiamo la nostra disponibilità a lavorare insieme anche sul versante fondamentale della prevenzione” che manca nel ddl Femminicidi che sarà all’esame del Senato”. Così la Schlein parlando con i cronisti alla Camera. Sul ddl Femminicidi già approvato alla Camera, ora all’esame del Senato, “noi abbiamo dimostrato un approccio costruttivo per lavorare insieme sul versante della repressione. Ma la repressione non basta. Servono risorse sulla formazione degli operatori delle forze dell’ordine, dell’autorità giudiziaria, della pubblica amministrazione e non sono previste. Se facciamo sul serio mettiamo anche le risorse che servono. Quella legge non prevede la parte di prevenzione che passa dall’educazione dentro alle scuole. Su questo pure chiediamo di fare un lavoro comune per far fare un passo in avanti al Paese”.