Elena Cecchettin prenderà parte a una manifestazione nella città di Padova in ricordo della sorella vittima di femminicidio per mano del suo ex fidanzato. Questa mattina la 24enne è ritornata a parlare della sorella.
Elena Cecchettin a Padova per una manifestazione
Elena Cecchettin ha 24 anni ed è molto noto nota al pubblico italiano in quanto sorella maggiore di Giulia Cecchettin, ragazza 22enne sparita nel nulla l’11 novembre insieme al suo ex fidanzato Filippo Turetta e ritrovata morta una settimana dopo. Negli ultimi giorni Elena ha fatto molto parlare di se con i suoi sfoghi su Instagram per la perdita della sorella, vittima dell’ennesimo femminicidio. La 24enne ha parlato anche molto davanti alle telecamre per lanciare dei chiari messaggi. Oggi, lunedì 20 novembre, parteciperà a una manifestazione a Padova in ricorda della sorella uccisa.
Le ultime parole: “Mia sorella non era era stupida”
“Mia sorella era più buona, più dolce, più sensibile di quello che tutti immaginano. Un’anima pura, un’eterna bambina ma non nel senso di stupida e ingenua; nel senso che era una persona che viveva la vita con leggerezza e senza cattiveria”. ha detto questa mattina Elena ricordando la sorella. “Questa mattina – ha aggiunto – mi sono immaginata mia sorella che mi diceva ‘forza, vai’. Mi diceva sempre che ero un ‘oplita’. Quando era al liceo classico mi raccontava che gli opliti erano i guerrieri e lei diceva sempre che bisogna avere la forza di un oplita”.
“Dico ai ragazzi: pensate al momento in cui avete mancato di rispetto a una donna in quanto donna, in cui avete mancato di rispetto a qualcuno solo perché donna, avete magari fatto del ‘cat calling’, dei commenti sessisti con i vostri amici. L’ironia da spogliatoio, come la chiamano, non va bene“, ha ribadito Elena Cecchettin.
“Fatevi un esame di coscienza – ha proseguito – e realizzate questa cosa, e poi imparate da questo episodio e iniziate a controllare, a richiamare anche gli altri vostri amici, perché da voi deve partire questo. Perché noi donne possiamo imparare a difenderci, ma finché gli uomini non fanno un esame di coscienza e non si rendono conto del privilegio che hanno in questa società non andremo da nessuna parte. E veramente, fatelo per mia sorella, non c’è vergogna nel fare questo esame. Non c’è vergogna nell’ammettere di aver sbagliato, perché se poi si cambia è servito, e non c’è nulla di sbagliato, tutti sbagliamo. Però bisogna realizzarlo – ha concluso Elena – e bisogna prendere consapevolezza di quello che è il proprio privilegio”.