Elena Ketra è l’artista che in questo periodo sta facendo parlare delle sue opere e del suo progetto che riguarda, in particolare, la sologamia. Infatti, per la prima volta a Roma, dal 13 al 16 luglio, sarà possibile sposarsi con se stessə attraverso una creazione digitale e artistica di Ketra.
Elena Ketra, chi è l’artista che porta la sologamia in Italia
Elena Ketra è un’artista visiva. di origini vicentine, la cui ricerca affronta temi sociali, su tutti l’empowerment femminile e l’inclusione di genere. Si è formata nel suo percorso formativo all’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Negli ultimi tempo Ketra si è formata ad ha approfondito il tema della sologamia. L’artista spiega così la poetica che l’ha ispirata: “Imparare ad amare se stessi è necessario per poter amare in modo libero ogni altro essere umano. È l’affermazione della propria indipendenza affettiva, la presa di coscienza di sé e delle proprie capacità, forza e bellezza, al di là di diktat estetici, sociali e sessuali uniformanti. L’inclusione sociale parte prima di tutto da noi stessə”.
Le prime opere attorno a questo concetto risalgono al 2021, una serie di lastre specchianti sulle quali è impressa una torta nuziale stilizzata a più piani sopra la quale troneggia un pezzo degli scacchi femminile, maschile e neutro, e sotto la definizione della parola sologamia, in dialogo con un’altra opera-specchio “Nontiscordardite”. Il filo conduttore della ricerca di Elena Ketra è l’empowerment femminile e l’inclusione sociale, ponendo come centro della riflessione il sé come persona, oltre stereotipi di genere. Questa performance ne è il manifesto più limpido e sincero, in quanto esiste solo grazie all’interazione e abbraccia tutti i generi.
Dove sono esposte le sue opere
Le sue opere da “Girlpower 4010”, un tirapugni a dondolo per bambine feroci, la serie “Serialmirrors”, specchi feticcio che riflettono storie di donne assassine fino a Utereyes, l’utero con gli occhi che non subisce ma sceglie, sono accomunate da quell’indole chiara alla ribellione ai ruoli assegnati e agli stereotipi di genere. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive, tra cui al Museo Madre di Napoli, al MAM di Mantova, al Silesian Museum di Katowice (PL) e alla Stichting Artes di Amsterdam. Nel 2022 vince l’exibart prize nella sezione dedicata all’inclusione. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private tra cui quella della Fondazione Solares delle Arti.
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