Chi è Elena Stancanelli, famosa scrittrice fiorentina. Autrice di molti romanzi di successo, ha lavorato anche come sceneggiatrice, ruolo in cui ha esordito nella trasposizione cinematografica del suo primo libro, Benzina. Scopriamo qualcosa in più su i suoi libri più amati e sulla sua vita privata.
Chi è Elena Stancanelli, premiata scrittrice fiorentina: vita, carriera, libri
Chi è Elena Stancanelli? Nata a Firenze il 19 aprile 1965, ha 57 anni ed è una nota scrittrice italiana. Dopo la laurea in Lettere Moderne nella sua città natale, si trasferisce a Roma per studiare all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Fa il suo esordio come scrittrice nel 1998 con il suo primo romanzo, Benzina che trionfa al premio Giuseppe Berto. Negli anni successivi scrive molti altri romanzi, nonché una serie di racconti pubblicati su riviste come Max, Gulliver e Cosmopolitan. Collabora inoltre con molti giornali, scrivendo per La Repubblica, Il manifesto e La Stampa.
Tra i libri più noti di Elena Stancanelli spiccano Le attrici, Mamma o non mamma e La femmina nuda, vincitore del Premio letterario Vittoriano Esposito nel 2016. Stancanelli lavora occasionalmente anche come sceneggiatrice. Nel 2001 fa il suo esordio in questo ruolo scrivendo il soggetto della trasposizione cinematografica di Benzina, diretta da Monica Strambini. Di recente si è rimessa alla prova nel cinema, collaborando alla scrittura di Le sorelle Macaluso nel 2020 e Marina Cicogna – La vita e tutto il resto nel 2021.
L’intervista al Premio Strega: “Scrivo perché è il mio modo di orientarmi”
Nel 2016 il suo libro La femmina nuda è finalista per il Premio Strega. In quell’occasione concede un’intervista, rivelando alcuni dettagli sul suo rapporto con la scrittura e la letteratura: “Il primo libro che ho letto? Le poesie di Toti Scialoja illustrate da lui stesso, che mi regalò mia nonna appena imparai a leggere. Io scrivo sempre. Se sono in giro scrivo ovunque, sui treni, negli alberghi, nei bar. Ma butto moltissimo di quello che scrivo. Per questo pubblico così poco. Tagliare, eliminare, riscrivere usando meno parole, queste sono le mie ossessioni. Scrivere non mi dà piacere. Non mi sento felice quando scrivo. È faticoso, ti mette continuamente a confronto coi tuoi limiti. E’ come un’attività sportiva agonistica, con la differenza che si pratica seduti, e quindi non rilascia neanche endorfine. Scrivo perché è il modo in cui cerco di orientarmi, e se smettessi di farlo mi perderei. L’ho sempre fatto, fin da quando ho imparato e non riesco neanche a immaginare come sarebbe vivere senza farlo. Raccontarla, è semplicemente il mio modo di stare nella vita“.
Il tuffatore, il nuovo libro di Elena Stancanelli: la storia di Raul Gardini
Nel 2022 arriva il nuovo libro di Elena Stancanelli, Il tuffatore, pubblicato dalla casa editrice La nave di Teseo. La nuova opera della scrittrice, finalista al Premio Campiello, racconta la storia del noto imprenditore ravennate Raul Gardini. Nella sintesi sul sito de La nave di Teseo, il libro viene descritto così: “Elena Stancanelli racconta la parabola di Raul Gardini come il romanzo di una generazione scomparsa, fatta di uomini sconfitti dalla storia, fieri del loro coraggio, arroganti, pronti a rischiare fino all’azzardo. Uomini a cui era difficile resistere”.
Il libro che racconta un uomo, Raul Gardini, e la parabola di un’idea di maschio, arrogante e visionario, sconfitta dalla Storia.
Elena Stancanelli – finalista al @PremioCampiello con “Il tuffatore” – con @serenabortone a @altrogiornorai1.
📺 Su @RaiUno > https://t.co/oFdUW1ySfB pic.twitter.com/Kd3y0Pm08n— La nave di Teseo (@lanavediteseoed) June 1, 2022
Vita privata di Elena Stancanelli: chi è suo marito?
Elena Stancanelli è molto gelosa della propria vita privata, per cui non vi sono informazioni circa un suo possibile compagno di vita. Non è noto neanche se abbia figli o meno. Nell’antologia Smash la scrittrice ha rivelato alcuni dettagli sulla sua infanzia e sul suo complicato rapporto con lo sport: “Ho giocato a tennis dagli otto ai quattordici anni, ho frequentato lezioni, corsi e centri estivi. Non sono mai diventata forte perché ho un problema: non sono capace di correre. E non è una metafora. La cosa più sensata me la disse un maestro romagnolo: se il tennis si giocasse da seduti, saresti la numero uno del mondo“.