Nonostante le elezioni anticipate, il vitalizio dei parlamentari al primo mandato è salvo: come mai? Con la caduta del Governo Draghi, si conclude la prima esperienza alle Camere per un’ampia percentuale di deputati e senatori che riceveranno comunque il trattamento pensionistico. Ecco spiegato il perché.
Elezioni anticipate, salvo il vitalizio dei parlamentari: ecco perché
Il vitalizio dei parlamentari è da sempre un argomento molto discusso e spesso inviso ad una grossa fetta di elettori. Secondo le normative attuali, il trattamento pensionistico di deputati e parlamentari è calcolato, come per ogni lavoratore, con il sistema retributivo. Non è però possibile tuttavia percepirlo se la legislatura di un parlamentare si conclude prima di un dato periodo di tempo. Nello specifico, un parlamentare deve restare in carica almeno 4 anni, 6 mesi e un giorno.
Il 68% dei deputati e il 73% dei senatori attualmente in carica sono al loro primo mandato. Con lo scioglimento anticipato delle camere, hanno rischiato di perdere circa 50mila euro di contributi. Tale rischio è stato tuttavia scongiurato con l’annuncio della data delle prossime elezioni, previste per il 25 settembre. Il termine dei 4 anni, sei mesi e un giorno previsti per la maturazione del diritto al vitalizio cade precisamente un giorno prima, il 24 settembre.
Cosa succede ora: cosa sono gli “affari correnti”
Fino al giorno delle elezioni, quindi, il Parlamento attuale continuerà a lavorare su quelli che sono stati definiti “affari correnti”. A cosa si riferisce questa nomenclatura? Con questa espressione si indica il compito di un Governo dimissionario di dare continuità amministrativa al paese, che non può restare senza guida fino alle elezioni. Le nuove camere si insedieranno infatti solo il 15 ottobre, 20 giorni dopo il voto. In un’intervista all’ANSA, il professore di Diritto Costituzionale Francesco Clementi ha spiegato quali attività sono incluse negli affari correnti e quali ne son invece escluse. “Tra le sue facoltà ci sono gli atti di straordinaria necessità ed urgenza.” -afferma il costituzionalista- “Come i decreti leggi se necessari e gli atti definiti “indefettibili” ovvero obbligatori per uno Stato. Ad essere preclusi invece, tutti gli atti caratterizzati da una discrezionalità politica, come i disegni di legge”.