Da mezzogiorno è tornato in attività l’iper cratere Sud-Est dell’Etna e, con l’innalzarsi di una grande colonna di fumo, l’aeroporto di Catania ha deciso di inibire lo spazio aereo al transito dei velivoli.
Etna in eruzione
In mattinata, il 14 dicembre, una intensa colonna di fumo e cenere lavica si è alzata dalla sommità del cratere sud-est dell’Etna. Sospinta dalle correnti, si è allungata in direzione del mare Jonio, dove si trovano molti paesi che quest’anno sono stati particolarmente colpiti dalle scorie vulcaniche.
L’Osservatorio etneo di Catania dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia spiega in un comunicato emesso in giornata: “A partire dalle ore 12,15, personale Ingv presente in area sommitale osserva la ripresa dell’attività esplosiva al cratere di Sud-Est, con abbondante emissione di cenere che, sulla base dei modelli previsionali, si disperde in direzione Sud. Prosegue il trend di incremento dell’ampiezza media del tremore vulcanico entro l’intervallo dei valori alti. L’attività infrasonica si mantiene bassa. Le reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo non hanno registrato variazioni significative dall’ultimo aggiornamento“.
Chiuso l’aeroporto di Catania
Successivamente alla ripresa dell’attività esplosiva dell’Etna, la Sac ha chiuso lo spazio aereo su Catania. Nel primo pomeriggio, infatti, la società di gestione dell’aeroporto Fontanarossa di Catania, ha comunicato che “nessun volo potrà atterrare o decollare“.
Inizialmente, alcuni voli in arrivo si erano diretti a Palermo e a Comiso, mentre il volo da Malta era tornato indietro. Si erano registrati anche ritardi per alcuni voli in partenza. L’operatività dello scalo potrà essere ripristinata solo quando la nube di cenere vulcanica abbandonerà la zona Sud di Catania. Per informazioni sui voli dirottati o cancellati – come recita la nota della Sac – è possibile rivolgersi alle compagnie aeree o verificare la situazione in tempo reale sul sito dell’aeroporto.