La Fenix Pharma brinda ad un altro successo. Fondata poco più di dieci anni fa, grazie al lavoro di tre ex della Warner Chilcott (una multinazionale che nel 2011 chiuse le proprie sedi europee), oggi può finalmente diventare grande. La Fenix Pharma acquista la Wave Pharma del gruppo Welcome, valorizzando il grande operato di questi anni.
Un risultato importante se si pensa al modello di business messo in atto dalla Fenix, la quale permette agli ex lavoratori di un’azienda ormai chiusa di investire sussidi di disoccupazione e Tfr per divenire degli imprenditori, nell’ambito farmaceutico e non solo.
Fenix Pharma acquista Wave
La Fenix Pharma è una società farmaceutica nata nel 2011, dopo la chiusura – per certi versi inaspettata – della Warner Chilcott. Dopo tanti anni di lavoro e sacrificio, l’azienda è diventata la prima società cooperativa farmaceutica in Italia, distribuendo integratori alimentari, dispositivi medici e medicinali vari. Opera, inoltre, in diversi ambiti terapeutici, come la gastroenterologia e l’osteoarticolare. A non mancare sono la qualità e la trasparenza, che hanno permesso alla Fenix di crescere e affermarsi.
La Wave Pharma era stata, invece, comprata dalla Welcome Pharma più o meno un anno e mezzo fa. Oggetto principale di studio dell’azienda è quello legato all’oncologia, ovvero lo studio – in campo medico – dei tumori.
Con l’acquisto di questa società, la Fenix Pharma fa un vero e proprio salto in avanti, aumentando anche le aspettative.
Le parole di Salvatore Manfredi
Orgoglioso del risultato è Salvatore Manfredi, amministratore delegato della società. In una dichiarazione si è dimostrato entusiasta per questa unione e pronto a mettersi in gioco:
“A undici anni dalla sua nascita, la nostra ancora oggi rimane l’unica realtà farmaceutica in cui la maggior parte dei dipendenti sono anche soci. Siamo entusiasti di intraprendere un percorso di crescita attraverso l’acquisizione di Wave e l’assorbimento dei suoi venti professionisti”.
Lo stesso Dottor Manfredi ha concluso confermando quanto per loro si tratti di un’autentica missione:
“Vogliamo crescere sfruttando gli spazi lasciati liberi dalle multinazionali, senza rinunciare alla qualità per il profitto”.
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