Chi è Filippo Grandi, diplomatico e Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. In carica dal primo gennaio del 2016, Grandi è il primo italiano a ricoprire la carica.
Chi è Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati
Nato a Milano il 30 marzo 1957, Filippo Grandi ha 65 anni ed è un noto diplomatico italiano, con trent’anni di esperienza nella cooperazione internazionale. Consegue una laurea in Storia Moderna all’Università degli Studi di Milano nel 1981, per poi continuare i suoi studi all’Università Gregoriana di Roma. Ha inoltre un dottorato, conseguito ad honorem presso l’Università di Coventry.
La carriera di Grandi nelle Nazioni Unite ha inizio nel 1997, quando comincia a lavorare come assistente speciale dell’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, una delle più importanti organizzazioni umanitarie al mondo. Nel corso degli anni ha operato soprattutto nei settori dell’asilo e dell’assistenza umanitaria. Dal 2005 Vice Commissario Generale dell’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente. Arriva al comando dell’Agenzia nel 2010, ricoprendo il ruolo fino al 2014. Durante il suo periodo all’UNRWA affronta situazioni critiche, come la guerra in Libano del 2006, il conflitto a Gaza nel 2009 e la guerra civile in Siria.
Torna all’UNHCR nel 2015, nel ruolo di segretario generale. Il primo gennaio 2016 viene eletto come undicesimo Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, diventando il primo diplomatico italiano a ricoprire la carica. Con L’UNHCR Grandi supporta oltre 70 milioni tra rifugiati, sfollati ed apolidi in tutto il mondo.
Grandi sull’Ucraina: “Più grave della crisi umanitaria nei Balcani”
In una serie di interviste, Filippo Grandi ha raccontato la drammatica situazione dei profughi e rifugiati dell’Ucraina. Sono almeno 4 milioni i civili ucraini in fuga dalla guerra, in Italia hanno già raggiunto quota 90mila. Gli sfollati ancora nel paese pare abbiano superato i 6 milioni. Secondo Grandi, si tratta di una crisi umanitaria senza precedenti: “È un fiume di persone in piena, una valanga di cui non vedi l’inizio e la fine. È una massa cupa, fatta di esseri umani traumatizzati, soprattutto dalla velocità in cui sono precipitati nella disperazione. Nei Balcani, anche sommando tutto dalla Bosnia al Kosovo, non si arrivò a queste cifre e in più successe tutto nell’arco di otto anni“.