Perché leggere questo articolo? La candidatura a sindaco di Firenze del direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, mette in subbuglio la destra italiana. True-news. ha sondato il parere di alcuni esponenti di alcuni notabili della galassia della destra italiana sulla vicenda.
La notizia ha del clamoroso. Era trapelata negli scorsi giorni, come suggestione dalle pagine de giorni fa dalle pagine de La Repubblica Firenze. Il centrodestra starebbe valutando la candidatura a sindaco di Firenze di Eike Schmidt. Il direttore in carica degli Uffizi, nativo di Friburgo in Brisgovia, una cittadina tedesca del Baden-Württemberg, non ha smentito la scesa in campo. Anzi, ha rilanciato con un’intervista al Corriere Fiorentino, che va oltre il semplice no comment.
Donzelli “sta annusando ” Schmidt
Schmidt ha infatti tuonato contro il sindaco in carica, il dem Dario Nardella, dicendo che Firenze è molto peggiorata negli anni. Una città più sporca e insicura. Suggestione accattivanti per il centro destra di governo che medita lo scalpo nel capoluogo della rossa Toscana . Insomma, Schmidt pare aver lanciato il guanto di sfida. Perché venga raccolto, potrebbe non bastare emulare il Manzoni “sciacquando i panni in Arno”.
Dietro l’ambiguo “Non confermo e non smentisco”, pare celarsi un’apertura che i notabili del centrodestra fiorentino sembrano proprio intenzionati a spalancare. True-news.it ha contatto l’ufficio stampa dell’onorevole Giovanni Donzelli, deputato alla Camera di Fratelli d’Italia e luogotenente di Giorgia Meloni in Toscana. Dallo staff di Donzelli confermano che ci sono stati contatti tra Fdi ed Eike. “Ci stiamo annusando, per vedere se l’operazione può andare in porto. A breve, forse nei prossimi giorni – confermano dall’Ufficio stampa del deputato – si terrà un incontro tra Schmid e Donzelli“.
Schmidt, sindaco straniero il nuovo Papa nero?
Quali colombe dal disio chiamate – per citare un celebre fiorentino del passato – Schmidt e Donzelli si incontreranno per tentare una mission – doppiamente – impossible. Non sarà facile per il centrodestra compiere lo scalpo a Firenze, dove nel 2019 Nardella vinse al primo turno col 57% dei voti. Un muro rosso difficile da scalare, soprattutto al netto di alcune ritrosie alla candidatura di Eike Schimdt all’interno del centrodestra.
Venticinque anni dopo il “Papa nero” che i Pitura Freska portarono a Sanremo nel 1997, potremmo avere un sindaco straniero. L’idea non sembra essere accolto con troppo entusiasmo da alcuni riferimenti del mondo della cultura della destra. Vittorio Sgarbi, sottosegretario al Ministero della Cultura, e Gianluigi Paragone, leader di Italexit, hanno mostrato le loro perplessità sulla candidatura di Schimdt.
Per fare il sindaco bisogna essere italiani?
“E’ un amico ma non ho mai visto il sindaco di un Comune che non sia italiano”. Sgarbi ci tiene a precisare che il suo non è un attacco nazionalista. Si ricollega alle polemiche sui direttori o sovraintendenti stranieri delle Istituzioni o Fondazioni Culturali per corroborare la tesi a difesa degli incarichi nazionali agli italiani.
“Non capisco perché solo i musei debbano essere affidati agli stranieri. Noi abbiamo persone capaci, con grandi studi. Almeno, per decenza, teniamo gli italiani alla guida della Scala e gli Uffizi. Così come il sindaco di Roma e Milano sono italiani. Poi delle altre città chissene frega. Non l’ha capito nessuno. Il mondo è pieno di deficienti. Non è nazionalismo. La nazione Italia esprime attraverso le sue scuole numerose competenze. I simboli devono andare agli italiani” ha concluso Sgarbi sul caso Schmidt.
Schmidt e l’identità della destra di governo
“Non saprei, sono questioni di politica locale, al massimo interni alla maggioranza“. Gianluigi Paragone, leader di Italexit, mostra la sua perplessità sulla candidatura di Schmidt a Firenze, che apprende da True-news.it. L’ex direttore de La Padania e senatore del Movimento 5 marca alcuni distinguo dalla maggioranza di destra, affermando che “il governo a un anno dall’insediamento si sta schiacciando ai diktat dell’Europa“. Per paragone l’esecutivo di Giorgia Meloni “rimane il primo che prova a tutelare l’identità italiana“. Nonostante la candidatura del tedesco Schmidt, Paragone rimane possibilista su una convergenza tra Italexit e Fratelli d’Italia, all’interno di coalizioni o liste civiche di centro destra. Come è avvenuto nelle recenti amministrative a Terni, Brescia, Vicenza e Catania, Paragone non esclude a priori l’appoggio a Schmidt. Rimane solo il dubbio: “si vedrà a cose fatte”.