Gay Pride a Verona: sabato 8 luglio si tiene il corteo per le strade della città. Evento che è accompagnato da alcune polemiche da parte della Lega che si è scagliata contro l’amministrazione e la manifestazione.
Gay Pride a Verona sabato 8 luglio: percorso
Tutto pronto per il Gay Pride a Verona per sabato 8 luglio 2023. Il corteo è stato organizzato da Pianeta Milk, Yanez, Unione degli universitari (Udu) e Rete degli studenti medi di Verona, con la partecipazione di tutte le realtà veronesi impegnate nella tutela dei diritti civili. Il ritrovo del corteo sarà dalle ore 16 in piazza Bra, con partenza prevista alle 17. Il percorso, accessibile a tutti, prevede il passaggio in corso Porta Nuova, via della Valverde, piazza Santo Spirito, via Scalzi, stradone Porta Palio, via Saffi, via Mura San Bernardino e terminerà alle ore 20 al Bastione San Bernardino.
Gay Pride a Verona: programma e ospiti
Al termine del corteo al Bastione San Bernardino, si terrà l’evento finale, il Mura Pride Fest, a partire dalle 20.30 con dj Rosmarino e Laura Marcellini, a partire dalle 21. “Non è solo un momento per celebrare le diversità, vogliamo marciare tra le strade di una Verona sicura per tuttз, che non lasci indietro nessuno”, si legge nel comunicato. Confermata la presenza anche del sindaco Damiano Tommasi.
L’attacco della Lega
Gli esponenti locali della Lega hanno attaccato l’evento. “Sicurezza? Decoro urbano? Viabilità? Fondazione Arena? Aereoporto? Tutti argomenti di secondo piano per l’amministrazione comunale; attenta invece fin dal suo insediamento soprattutto a trasformare Verona in città arcobaleno”. A dirlo gli esponenti della Lega scaligera, Borchia, Zavarise e Rando in una conferenza stampa.
Secondo Zavarise “Dall’adesione alla rete Ready, alla promozione di eventi con iniziative in cui si è propagandata l’ideologia gender ai bambini attraverso volantini del circolo Pink patrocinati dal Comune, fino al recente ingresso nella consulta comunale delle famiglie dell’associazione ‘famiglie arcobaleno’, che sostengono le pratiche della maternità surrogata, e alla discesa in campo del sindaco Tommasi nel promuovere la registrazione dei figli di coppie dello stesso sesso, è palese che l’unico interlocutore di questa Giunta sia la comunità LGBT, ai cui capricci si sta piegando chiaramente l’amministrazione”. “Spiace che dopo anni di successi con eventi di qualità dedicati a famiglie e bambini –continua Zavarise- l’amministrazione di sinistra abbia fatto del Murafestival la casa del gay-pride! Un evento nato per famiglie e bambini grazie alla precedente amministrazione, viene plagiato da una manifestazione che ormai ha carattere esclusivamente folcloristico, caricaturale e provocatorio”.
“Capricci ideologici” continua il coordinatore cittadino della Lega Filippo Rando “che hanno preso il sopravvento rispetto al contrasto al degrado e alla situazione di incuria che attanaglia la città! É di questi giorni la protesta degli esercenti del Liston, nelle periferie ci sono aree verdi dove l’erba non viene tagliata da mesi, le nostre numerose denunce legate all’insicurezza nei quartieri restano inascoltate, con continui episodi che generano forti preoccupazioni in varie zone della città. Segnalazioni, timori dei cittadini che continuano da mesi a restare senza risposta: Tommasi faccia il sindaco di tutti e si ricordi quali sono i propri compiti nella gestione della città, dal centro storico fino alle circoscrizioni che tanto animava in campagna elettorale e che oggi invece sono abbandonate a loro stesse”.
Prosegue il segretario provinciale della Lega e eurodeputato Paolo Borchia, affermando che “Il Pride ha dimostrato di non essere contesto di discussione in tema di diritti civili: agli occhi degli italiani le immagini che si palesano in queste manifestazioni sono troppo particolari per dare credito a certe argomentazioni, che se inserite in ambienti carnevaleschi perdono ogni senso. Partendo da questo presupposto, si vede chiaramente che le tematiche che sta portando avanti questa Giunta sono legate esclusivamente ad una moda politica, che possono piacere a determinate nicchie, ma che non corrispondono alle volontà, alle preoccupazioni e alle priorità della maggior parte dei veronesi”. Conclude Borchia “una cosa è seguire la moda, un’altra è fare il sindaco!”.