Genoa, Manolo Portanova e l’accusa di stupro di gruppo. Il giovane centrocampista ha chiesto il rito abbreviato: quanti anni di carcere rischia? Il processo si terrà a Siena il prossimo 21 giugno, a più di un anno dal fatto in questione, che ha avuto luogo il 31 maggio 2021.
Genoa, Portanova a processo con l’accusa di stupro di gruppo: quanti anni rischia?
Con il processo sempre più vicino, si torna a parlare del giovane centrocampista del Genoa Manolo Portanova. Il calciatore, figlio dell’ex difensore Daniele Portanova, è accusato di violenza sessuale di gruppo insieme al fratello William, a suo cugino e ad un amico, ai danni di una studentessa universitaria, all’epoca ventiduenne. I fatti oggetto del processo, avvenuti in un appartamento di Siena, risalgono allo scorso anno, alla notte tra il 30 e il 31 maggio.
Un articolo de Il Secolo XI dello scorso aprile ha riportato alcuni estratti delle carte del processo, secondo i quali il gruppo si sarebbe macchiato di “percosse, sputi, violenze insulti e di accanimento animalesco sul corpo della ragazza concepito come un oggetto”. Nella denuncia la ragazza dichiara: “Ho detto che non volevo, ma non si sono fermati. Ero esausta, chiedevo di andarmene, di chiamare la mia amica, ma mi veniva detto che era in bagno e non poteva intervenire”. Il processo è previsto per il prossimo 21 giugno e si svolgerà a Siena, luogo del fatto. Portanova e il suo avvocato hanno deciso di richiedere il rito abbreviato. In caso di condanna il giocatore rischia dagli 8 ai 14 anni di carcere.
Il legale di Portanova: “Troppe inesattezze, abbreviato per chiarire la vicenda in tempi consoni”
Nelle scorse settimane Gabriele Bordoni, il legale di Manolo Portanova, ha criticato l’approccio dei media sulla vicenda, che a sua detta da una lettura del caso troppo a senso unico. Secondo l’avvocato: “La vicenda viene trattata in termini unidirezionali, con alcune inesattezze e senza considerare, perché non noti, tutti gli sviluppi dell’indagine. Invito tutti a recuperare quell’equilibrio e quella consapevolezza che devono guidare l’informazione, nell’interesse equidistante di tutte le parti coinvolte nel processo”.
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Bordoni ha chiarito la decisione di optare per il rito abbreviato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport: “Non abbiamo pensato alla scelta del rito abbreviato come se si trattasse di un paracadute. Noi vogliamo che la vicenda venga chiarita nei dettagli così da uscire innocenti dal processo. In questo modo semmai c’è la volontà di evitare nuove sofferenze a tutti i soggetti coinvolti, i ragazzi e la ragazza, come sarebbe avvenuto nei tempi e nei modi di un processo pubblico che crea afflizione per tutti. Parliamo fra l’altro di soggetti tutti molto giovani. C’è un interesse mediatico comprensibilmente superiore alla vicenda trattandosi di un giocatore di calcio. L’abbreviato offre invece tempi e modi più consoni. Ci sono ancora un paio di cose che devono essere chiarite, e quello che ancora manca lo andremo a introdurre nella prossima udienza”.