Giorgia Soleri si racconta in un’intervista a tutto campo al Corriere della Sera, parlando sia della vulvodinia che dell’aborto.
Giorgia Soleri e l’aborto
L’influencer Giorgia Soleri, che sta portando avanti una battaglia per far conoscere la vulvodinia, ha rilasciato una intervista dove si è fatta ancora di più conoscere. In questo colloquio con il Corriere, infatti, ha parlato dell’aborto avuto a 21 anni e della sua raccolta di poesie “La signorina Nessuno” edita da Vallardi. “Ero giovanissima, avevo problemi di salute mentale ed economici, non avevo un lavoro con entrate certe – ha dichiarato – e il momento in cui mi sono interfacciata col mondo sanitario è stato un’esperienza che mi è stata fatta vivere in modo estremamente negativo. La 194 ha lacune enormi che dovrebbero essere prese in considerazione. Invece rimane una legge fuori dal periodo storico in cui viviamo”. E a tal riguardo, sempre sullo stesso argomento, ha dichiarato che “sono andata in consultorio e sono stata aggredita dalla ginecologa, che mi sgridò dicendo che noi giovani facciamo sesso senza precauzioni e usiamo l’aborto come contraccettivo, senza sapere nulla della mia storia”.
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La vulvodinia
per quanto riguarda la vulvodinia, Giorgia Soleri ha dichiarato di aver scoperto di soffrirne “il 2 settembre 2020. Mia mamma ha avuto tre volte il cancro e ogni diagnosi è stata difficile. Per chi soffre di vulvodinia, endometriosi, fibromialgia, cistite interstiziale dare un nome alla malattia è una liberazione perché passi anni a dire di avere certi dolori, senza sapere cosa siano. Il 99 per cento delle persone, tra amici familiari e personale medico, crede che tu non abbia nulla. Vieni delegittimata nel tuo dolore. È quasi una vergogna provarlo». Tanto che Giorgia si è fatta una autodiagnosi: «Ho passato il primo lockdown a cercare tutti i sintomi su Google. Sono capitata sul blog di un’associazione dove in tanti parlavano di vulvodinia. Me la sono autodiagnosticata e ho cercato un medico in grado di darmi una conferma e trattarla”.