“Non ti preoccupare madre ora vado a riposare“. E’ l’ultimo whatsapp partito dal telefono di Giulia Tramontano alle 21.43 di sabato. Ma a scriverlo era stato Alessandro Impagnatiello, il compagno della 29enne di Senago che è ora accusato di aver ucciso la donna. Giulia era incinta al settimo mese del loro bambino. Ma Alessandro aveva anche un’altra relazione, con una collega statunitense, a sua volta rimasta incinta ma che aveva poi avuto una interruzione di gravidanza. Una volta scoperto, ha ucciso Giulia nascondendone il corpo tra due box a Senago, Comune del Milanese dove vivevano.
Delitto di Giulia Tramontano, la messinscena di Impagnatiello ed i messaggi ai familiari di lei
Poi, la terribile e lucida messinscena: Impagnatiello ha preso il telefono di Giulia per mandare messaggi alla madre, alla sorella e ad una amica di lei. “Sono turbata, vado a dormire”, il Whatsapp alla sorella. Alla mamma della giovane, un messaggio rassicurante e scritto simulando anche il modo con cui la ragazza si rivolgeva alla “madre”. Per giorni si è cercata invano Giulia, dopo che lo stesso Impagniatiello aveva dato l’allarme della sua scomparsa, mettendo in giro la voce che lei si fosse allontanata con il passaporto e 500 euro in contanti. Tentativi di sviare sospetti e indagini.
Impagniatello all’amante dopo il delitto: “Se n’è andata, adesso sono libero'”
Il primo pensiero di Impagniatiello una volta compiuto il tragico delitto è stato rivolto all’amante. Ha cercato di contattarla scrivendole “Se n’è andata, adesso sono libero”. Avrebbe anche cercato di convincerla che il figlio che Giulia portava in grembo non fosse suo. Mala 29enne, spaventata, ha preferito non incontrare Impagniatiello.