Sceneggiatori di Hollywood in sciopero a partire dal 2 maggio: “No pages without fair wages”. Stop all’industria dell’intrattenimento americana, la WCA chiede un’equa retribuzione e riconoscimento dei diritti d’autore.
Hollywood, gli sceneggiatori vanno in sciopero: “Niente pagine senza giusta retribuzione”
“No wages without fair wages”, ovvero “Niente pagine senza la giusta retribuzione”: è con questo slogan che gli sceneggiatori di Hollywood han dichiarato guerra alle grandi case di produzione entrando in sciopero. Lo ha annunciato il sindacato della categoria, la WGA, Writers Guild of America, con una nota ufficiale pubblicata a poche ore dalla scadenza del contratto collettivo triennale della categoria.
Il sindacato stava negoziando da ben due mesi con i rappresentati dei produttori e distributori cinematografici, l’AMPTP, o Alliance of Motion Picture and Television Producer, che difende gli interessi di colossi come Disney, Warners Bros, Universal ma anche di servizi streaming come Netflix e Prime Video.
Gli sceneggiatori sono scesi in strada per contestare le case di produzione dopo il fallimento delle trattative, con i produttori che si sarebbero rifiutati di concedere un adeguato aumento salariale e i diritti d’autore da loro richiesti. “Gli scrittori stanno attraversando una crisi esistenziale.” -afferma la WGA- “Tutte le stesure dei copioni devono cessare immediatamente. Il comportamento delle aziende e la loro posizione inamovibile in questa negoziazione ha svalutato ulteriormente la professione di scrittura”.
— Nick Mandernach (@ManderNick) May 2, 2023
La rabbia degli autori: qual è la situazione?
Oggi, nonostante il boom dello streaming, gli autori ricevono solo le briciole del suo grande successo: “Nel corso della trattativa, abbiamo spiegato come le pratiche commerciali di queste società abbiano ridotto drasticamente i nostri compensi e i nostri diritti d’autore e, quindi, minato le nostre condizioni di lavoro”. L’avvento dello streaming ha infatti portato ad un aumento dei ritmi di produzione e ad un generale peggioramento delle condizioni lavorative. Secondo le indagini del sindacato, circa la metà dei suoi iscritti percepisce la paga minima e lo stipendio medio è sceso del 23%.
Si fa inoltre sempre più ricorso alle mini-room. Gruppi di creativi vengono assunti per sputar fuori una serie da 8-10 episodi in tempi brevissimi, senza sapere ancora se sarà approvata né tantomeno se saranno pagati per il proprio lavoro. Un approccio ben diverso rispetto al passato quando, dopo l’approvazione dell’episodio pilota, lo sceneggiatore veniva assunto per scrivere i restanti episodi: “Dal loro rifiuto di garantire qualsiasi livello di occupazione settimanale televisivo episodio, alla creazione di una ‘tariffa giornaliera’, al loro ostruzionismo sul lavoro gratuito per gli sceneggiatori, le grandi aziende hanno sbattuto la porta in faccia alla forza lavoro”.
Si parla inoltre dei diritti d’autore, in precedenza una parte importante degli introiti degli autori. In passato i proventi per gli sceneggiatori venivano calcolati in base a percentuali sui biglietti venduti o sulle continue repliche televisive. Con lo streaming è diventato più complesso calcolare l’entità del successo di un prodotto. Serie e film restano disponibili sul web per periodi indefiniti e le piattaforme di streaming sono sempre restie a condividere i dati sulla loro fruizione. Nel dubbio, gli introiti per gli autori si sono prosciugati.
Le conseguenze per l’industria dell’intrattenimento: cosa succederà?
Lo sciopero della WGA è il primo grande stop per Hollywood da ben 15 anni. L’ultimo risale al 2007, quando il settore dell’intrattenimento restò fermo per ben 100 giorni, aumentando i tempi di produzione per molti film e serie tv di punta, come ad esempio Lost. Uno stop che costò caro alle case di produzione americane, che secondo le stime subirono perdite per circa due miliardi di dollari.
Per il momento, lo sciopero degli autori avrà immediate conseguenze con la produzione di talk show televisivi. Uno di questi è quello diretto da Jimmy Kimmel, che si è schierato dalla parte di WGA: “Non avrei un programma, se non fosse per i miei autori. Sono con loro fino in fondo”. I distributori hollywoodiani hanno molti prodotti pronti all’uscita, per cui non dovrebbero esserci conseguenze a breve termine su film e serie tv. Sono molte, tuttavia, le produzioni bloccate dallo sciopero che potrebbero subire ritardi importanti.