Il falò di Sant’Antonio: significato e tradizione. Tanti segni particolari tra sacro e profano in questa giornata e solennità. Il fuoco, gli animali e tante occasioni di aggregazione in diverse città italiane.
Il falò di Sant’Antonio: significato
Sant’Antonio Abate è il beato del fuoco, protettore del bestiame e dei campi. Egiziano di nascita e morto nel deserto della Tebaide il 17 gennaio del 357, il Santo viene raffigurato con un bastone, il fuoco ai suoi piedi, un Tau e un maiale accanto a lui.
Il simbolo che più rappresenta il santo ma anche la tradizione di questa giornata è il fuoco. Infatti, in molte città d’Italia, da nord a sud, si accendono falò che simboleggiano la volontà di abbandonare tutto ciò che appartiene ai mesi passati e di rinnovarsi a partire dal primo mese del nuovo anno.
Sant’Antonio: tradizione e simboli
La tradizione vuole che il falò abbia lo scopo magico di riscaldare la terra e invogliare il ritorno della primavera, una visione chiaramente leggendaria che viene tramandata in molte città dove proprio il 17 gennaio si benedicono gli animali e si preparano cumuli di legna che si accendono poi al tramonto. In tempi pre-covid, in alcune città, particolarmente al sud, si accompagnava il falò con la preparazione di cibo che si condivideva con il vicinato o il piccolo paese.
Sempre nel mix di sacro e profano, anticamente i sacerdoti andavano nelle stalle a benedire gli animali e si posava su una mensolina della stalla l’immagine del Santo raffigurato fra ogni tipo di animale domestico.
Per Sant’ Antonio era usanza mangiare gli gnocchi e nelle campagne le donne smettevano di filare. Altra usanza era preparare un dolce benedetto per farlo mangiare agli uomini e agli animali malati.