Inizia il 3 agosto il semestre bianco: da questo momento il Capo dello Stato Sergio Mattarella non può sciogliere le Camere, in attesa di terminare il suo mandato a febbraio 2022. Cominciano così le contrattazioni per chi dovrà subentrare al Quirinale, in quanto successore del Presidente Mattarella. E gli esponenti dei partiti di maggioranza non nascondono le proprie preferenze.
Il successore di Mattarella: inizia l’Operazione Colle
Con l’inizio del semestre bianco si aprono le trattative per il successore del presidente Sergio Mattarella al Quirinale. Alcuni esponenti politici non si sbilanciano: “Ne riparleremo a febbraio“, dice Matteo Salvini. Altri giocano invece a carte scoperte. È il caso di Matteo Renzi, che con i suoi 45 parlamentari intende manovrare l’operazione. Anche il quadro politico frammentato incoraggia le aspirazioni del leader di Italia Viva, che potrebbe uscire sconfitto dalla partita solo se a candidarsi fosse il premier Mario Draghi.
Come funziona l’elezione
Ad eleggere il presidente della Repubblica è il collegio elettorale, formato in tutto da 1008 componenti: 629 sono deputati, 321 senatori. In più si conta la presenza di 3 delegati per ogni Consiglio regionale. 2 dei partiti di maggioranza e uno dell’opposizione, eccezion fatta per la Valle D’Aosta che ha un solo delegato. Affinché l’elezione vada in porto è necessario raccogliere nei primi tre scrutini 673 voti su 1008, altrimenti si ricorre a un quarto scrutinio con quorum inferiore. 505 su 1008: obiettivo al quale punta il leader di Italia Viva Matteo Renzi.
Il quadro politico, infatti, sembra abbastanza frammentato perché non si realizzi la nomina entro i primi tre scrutini. Entrerebbero poi in gioco i numeri di Matteo Renzi che potrebbero portare al Quirinale i suoi candidati favoriti al quarto giro di votazioni. A cambiare le sorti della partita potrebbe essere però il premier Mario Draghi, qualora decidesse di candidarsi.
Le proposte per il successore di Mattarella: tra quelle di Renzi, Cartabia e Casini
Il leader di Italia Viva non fa un segreto della propria trattativa sulla questione Quirinale. Tra i suoi favoriti, come successori di Sergio Mattarella, ci sono al momento l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini e il ministro della Giustizia Marta Cartabia. Così Matteo Renzi spera di assicurarsi voti trasversali, dal Pd al centrodestra. Il leader punta però anche a un avvicinamento del movimento Coraggio Italia di Giovanni Toti e Luigi Brugnaro, che potrebbe valergli qualche voto. Nel frattempo tiene in caldo il tavolo con Silvio Berlusconi, al quale, fatti i conti, mancherebbero una cinquantina di voti per salire al Colle. Ma nulla è deciso, e Matteo Renzi potrebbe cambiare idea all’ultimo minuto, in base ai venti più favorevoli.
Nel 2015 avrebbe dovuto favorire Giuliano Amato, secondo i patti con Forza Italia. Alla fine virò su Sergio Mattarella, dando manforte a Bersani e Pd. Lo stesso potrebbe quindi accadere nella nuova seduta del collegio elettorale. Si mormora infatti che il riavvicinamento Letta-Renzi sia sintomo di una possibile intesa con Pd e Cinque Stelle.