Massimo Galli indagato: il virologo è indagato dalla Procura di Milano per associazione a delinquere, turbativa d’asta, falso in atto pubblico. E’ quanto emerge dal decreto di perquisizione e sequestro eseguito in queste ore dai carabinieri del Nas a carico di 33 persone.
Ci sarebbero anche le intercettazioni della procura di Milano ad incastrare il virologo Galli. «Era vicino a lui durante l’esame, è durato 15 minuti»
Il virologo Massimo Galli indagato: cos’è successo
Dall’inizio della pandemia, l’infettivologo Massimo Galli è stato uno degli esperti più ospitati e preso in considerazione nelle trasmissioni televisive italiane. Primario del reparto di Malattie infettive all’Ospedale Sacco di Milano, professore ordinario presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’università Statale di Milano.
Da Novembre è prevista la pensione e una nuova vita per il professor Galli ma sarà impegnato in altri affari. Galli è è indagato dalla Procura di Milano per associazione a delinquere, turbativa d’asta, falso in atto pubblico. Ipotesi di reato, secondo l’accusa, per la maggior parte avvenute durante il periodo del primo lockdown del marzo 2020.
E’ quanto emerge dal decreto di perquisizione e sequestro eseguito dai carabinieri del Nas a carico di 33 persone, tra professori universitari, dirigenti pubblici legati alla politica, ricercatori, che coinvolge anche l’università Cattolica del Sacro Suore, di Torvergata e de La Sapienza di Roma e l’università degli Studi di Torino. Nel registro degli indagati ci sono figure importanti della Società italiana per le Malattie infettive e tropicali (Simit) che negli ultimi due anni si è impegnata contro il Covid.
L’indagine che coinvolge il professor Massimo Galli
L’indagine che coinvolge il professor Galli non è cosa da poco: riguarda decine di bandi truccati per l’assegnazione di titoli di professore o ricercatore prevalentemente presso la Statale di Milano, l’università Bicocca e lo stesso ospedale Sacco. Coloro che sono stati iscritti nel registro degli indagati devono rispondere a vario titolo per associazione a delinquere, turbativa, falso. Contestato anche un episodio di corruzione a carico del professore ordinario di Medicina e chirurgia Roberto Ghidoni che, si legge negli atti, “riceveva nell’arco di alcuni mesi dall’odontoiatra Roberto Mannarino l’utilità rappresentata dall’esecuzione gratuita di lavori odontoiatrici per un valore di circa 10 mila euro”. Ghidoni, dunque, compiendo “atti contrari ai doveri di ufficio”, ha fatto “gli interessi personali di Mannarino, relativi alla carriera universitaria dei figli”.
Negli atti si continua: “La situazione che emerge dall’analisi delle conversazioni intercettate è a dir poco sconcertante”. L’inchiesta e le indagini raccolgono “gran parte dei concorsi banditi sono stati oggetto di condotte di addomesticamento. Trattasi di collusioni e altri metodi di turbativa che hanno inquinato sistematicamente la regolarità delle procedure di selezione in esame, sostituendo logiche clientelari al metodo meritocratico e al principio di imparzialità, che dovrebbero orientare le scelte dell’amministrazione pubblica per espresso dettato costituzionale”.
Le indagini, prosegue la Procura, “hanno consentito di delineare un grave quadro indiziario in ordine al sistematico condizionamento delle procedure per l’assegnazione dei titoli di ricercatore e di professore (ordinario e associato) all’interno della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università degli Studi di Milano”. L’inchiesta nasce in seguito a un esposto-querela presentato alla questura di Pavia il 26 aprile 2018 nel quale si denuncia “un sistema di mercanteggiamento” per le iscrizioni al corso della facoltà di medicina e odontoiatria dell’Università Statale di Milano.