Quale operatore vorrebbe entrare nel capitale di Telecom? Per i ben informati il momento buono per un’operazione di ingresso nella compagnia di telefonia tricolore è adesso: “a poco più di 0,22 euro ad azione chi non ci proverebbe”, è il refrain.
Telecom ha perso in borsa oltre un quinto del suo valore dal 6 marzo ad oggi. A quella data l’azione valeva 0,28 euro, in seguito si è aperta una complessa partita sostanziatasi nel crollo del valore borsistico del titolo. L’8 marzo è stata una giornata da tregenda in cui Telecom ha visto scambiato il 13,5 per cento del capitale ordinario a Piazza Affari perdendo quasi un quarto del valore della sua azione. Il gruppo di Via Negri sospetta vendite allo scoperto, fonti di Agenzia Nova riferiscono di incontri con la Consob per capire le dinamiche.
Per una Telecom che ha visto scorporata la rete core e ora si trova a essere principalmente un provider di servizi il futuro operativo sta nella capacità di costruire economie di scala. La compagnia è appetibile perché titolare di una base di mercato solida nei settori non ceduti a cui si aggiungono un titolo arrivato a un prezzo ribassato in borsa che ha portato il valore attorno i 4,5 miliardi di euro e le azioni a valere meno della metà di quanto erano prezzate oramai cinque anni fa, inizio di un declino del titolo che continua tuttora.
L’ad di Telecom Pietro Labriola dopo la cessione degli asset a Kkr da tempo va, come ha riportato Morningstar, ripetendo che il futuro del gruppo passa per il consolidamento. Dalla Francia si rincorre la notizia che il predestinato potesse essere un gruppo come Iliad, quasi a mantenere la mano transalpina su Telecom dopo il ridimensionamento di Vivendi per la sconfitta sul caso Kkr. Ma nel giorno in cui Iliad presenta solidi conti italiani con un fatturato che segna +14,5% sfondando quota 1 miliardo di euro e l’Ebitda che salta del 17,2% a 247 milioni di euro a gettare acqua sul fuoco ci ha pensato da Parigi il Ceo del gruppo tlc francese, Thomas Reynaud.
Per Reynaud Iliad non deve fare operazioni in Borsa per non creare in prospettiva un “duopolio nel mercato B2B” dopo il deal Vodafone-Fastweb. Parole che sembrano chiamare il gruppo fuori da ambizioni su Telecom. Pretattica o no definitivo? Dai prossimi giorni lo capiremo. Sicuramente un dubbio in più per gli azionisti di Telecom ancora intenti a capire cosa abbia causato il terremoto dei giorni scorsi e per il management. Ma che Telecom sia destinata a trovarsi un compagno di viaggio nei prossimi mesi è opinione condivisa da ben più di un addetto ai lavori.